Roma - Matteo Renzi vuole che il governo viri su posizioni antieuropee, ma Gentiloni e Padoan lo frenano. Cambia l'inquilino di Palazzo Chigi, ma il problema di Pier Carlo Padoan resta lo stesso: frenare il Rottamatore quando parte in quarta contro l'Ue.
Il ministro dell'Economia ieri era impegnato all'Ecofin di Bruxelles, momento importante per la trattativa sulla manovra da 3,4 miliardi che la Commissione ha chiesto all'Italia. Ma ha preferito mandare un messaggio rivolto a una platea tutta italiana. «Una procedura di infrazione - ha spiegato - sarebbe un grosso problema per l'Italia in termini di reputazione». In sostanza, secondo il ministro è pericoloso puntare su un fallimento della trattativa con l'Europa.
I destinatari sono gli esponenti della maggioranza che hanno chiesto al governo di rispedire al mittente le richieste di chiarimento sui conti inviate dalla Commissione al governo Italiano. Il più esplicito è stato il presidente del Pd Matteo Orfini, in questi tempi interprete fedele della linea dell'ex premier. Renzi punta a un conflitto con l'Europa che veda come protagonista il partito di maggioranza e che fornisca al Pd un argomento elettorale per fare concorrenza agli euroscettici. Anche perché l'alternativa, cioè una manovra che potrebbe arrivare durante le elezioni, renderebbe ancora più difficile il ritorno a Palazzo Chigi del segretario Pd.
Quale linea sceglierà il Presidente del Consiglio si saprà con certezza solo quando si conoscerà la lettera con la quale il governo risponderà ai rilievi di Bruxelles sui conti italiani.
Una scelta tutta politica del premier Gentiloni, che ieri ha mandato segnali molto prudenti. Con Bruxelles «stiamo negoziando, come sempre rispetteremo le regole ma lo faremo senza in alcun modo manovre che possono avere effetti depressivi e confermando l'azione riformatrice portata avanti in questi anni». In altre parole una legittimazione piena di Padoan nel ruolo di mediatore. Una lettura che, se sarà confermata nella lettera, fa pensare ad una volontà di Gentiloni di fare durare la legislatura.
Oltre al dato politico, c'è la trattativa tra il ministero dell'Economia e la Commissione sui conti. A parlare per l'ala dura della Commissione è stato ancora una volta il vicepresidente e responsabile per la zona Euro Valdis Dombrovskis, che ha chiesto all'Italia «impegni chiari con misure esplicitate». Poi ha precisato che la Commissione «si rende conto che ci sono alcune difficoltà riguardo alla velocità alla quale queste decisioni possono essere prese». In sostanza prevale l'ipotesi che la correzione da 3,4 miliardi ci sia, ma su tempi più lunghi.
Rresta aperta la trattativa sui fondi per il terremoto, in particolare per quelli destinati alla ricostruzione. Ieri Padoan ha assicurato che «le spese per emergenza e ricostruzione saranno considerate». Ma lana trattativa è separata da quella sul deficit.
Poi le banche, altro fronte aperto con Bruxelles. Padoan ha spiegato che il Monte dei Paschi di Siena «non è una situazione di salvataggio, ma una ricapitalizzazione precauzionale. Non c'è una riserva della Commissione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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