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Da padre a figlia, i Borrelli anti Cav

Federica contro l'iscrizione di Berlusconi al Famedio dove è ricordato anche il procuratore

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Esiste, a far data dal 1884, una specie di elenco di criteri per far parte del Famedio e tale regolamento subì una modifica nel 1904. I cittadini degni di essere ricordati, con la sepoltura o con una lapide, sono coloro che vengono considerati illustri per meriti di varia arte e impresa, letteratura, scienza o atti detti insigni, chi ha portato benefici e gloria alla città e poi coloro che si sono distinti nella storia patria, dunque all'evoluzione nazionale, seguendo il lessico del tempo. La premessa serve, o dovrebbe servire, per comprendere come il Cimitero Monumentale e il suo Famedio siano siti di defunti preclari ma comunque, come ricorda A livella di Antonio De Curtis in arte Totò, un luogo dove tutti, ma davvero tutti, siano uguali.

Anche chi ha un passato niente affatto democratico, avendo fatto parte di gruppi fascisti o anche avendo aderito alla repubblica di Salò (Bocca e Fo) per poi risciacquarsi nelle acque più comode del dopoguerra. Ma c'è un tribunale che resta aperto per Silvio Berlusconi, le sentenze prima e la morte dopo non sono sufficienti ad un equilibrio di giudizio che, invece, salta in aria nel momento in cui, anche con l'approvazione del sindaco di Milano, Sala, il nome di Berlusconi è stato proposto per l'appunto per il Famedio. Dunque su Facebook, Federica Borrelli, figlia dell'ex procuratore della Repubblica Francesco Saverio, magistrato e figura di punta del pool di Mani Pulite, scatena la propria rabbia improvvisa: «Vorrei fare cancellare il nome di mio padre immediatamente! Non ho parole! Nessun odio per la persona, credo che sia una questione di opportunità. Berlusconi è un personaggio che ha creato imbarazzi ad un intero Paese, e questa iscrizione crea ulteriormente imbarazzo. Forse è un po' presto, il giudizio poteva essere sospeso ancora per qualche tempo. Un po' di morigeratezza e rigore avrebbero dovuto consigliare di non proporre l'iscrizione di un personaggio divisivo che ha fatto ragionare e discutere».

Nasce un nuovo contenzioso dinanzi a una lapide, la persecuzione non si riposa in pace, il pregiudicato contro l'eroe, sembra lo scritto per una nuova fiction che di finzione non ha proprio nulla ma che trova nuovi attori disposti a riaccendere la battaglia e non a dimenticare (non certamente a cancellare) quei giorni grigi, non soltanto per l'ex premier ma per l'immagine del Paese tutto, quasi a volere riaprire pagine già acide, forti e pesanti, il tintinnare di manette (Oscar Luigi Scalfaro, messaggio alla nazione, 31 dicembre 1997). La stessa figlia del magistrato, dopo uno sfogo rabbioso ha voluto abbassare il tono, escludendo l'odio alla persona, che invece è appartenuto e ancora appartiene ad alcune figure anche illustri della magistratura, per chiedere, infine, una specie di sospensione, una pausa di riflessione prima della decisione definitiva. Una riflessione che dovrebbe essere reciproca, il Famedio non può essere il nuovo teatro della propaganda politica come si presume possa diventare da qui a poco, si prevedono i «no lap» contro Berlusconi, firme e appelli, manifesti ed editoriali. Parce sepulto è una espressione latina nell'Eneide di Virgilio che chiede di risparmiare invettive nei confronti del morto che ha già pagato, anche per i propri errori in vita. La questione non si chiuderà in breve ed è questo l'aspetto più miserabile di una vicenda che ha segnato un confronto, dinanzi alla legge, tra un magistrato e un imprenditore, tra un giudice e un politico.

Il passato che ritorna, a causa di una lapide.

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