Padre Pio, quel corpo santo che per i fedeli è ancora vivo

È adorato anche da chi non è cattolico perché accoglie le richieste di chiunque gli chieda aiuto

Padre Pio, quel corpo santo che per i fedeli è ancora vivo

I l corpo di Padre Pio è arrivato a Roma da San Giovanni Rotondo trasportato da un furgone color argento. Dietro i vetri si scorgeva il volto barbuto, e la folla nei paesi attraversati dal convoglio non lo voleva lasciar andare via, gettava fiori, tendeva le mani, salutava dalle finestre con i fazzoletti. Le misure di sicurezza sono state le più imponenti della storia riservate a un morto: no-fly zone su San Giovanni Rotondo e su Foggia, unità cinofile, squadre antiterrorismo e agenti per la verifica del sottosuolo. Il piano sicurezza, messo a punto dal questore di Roma Nicolò D'Angelo e dal prefetto Franco Gabrielli, ha visto l'utilizzo di oltre mille uomini delle forze dell'ordine. Starà fino a stasera nella basilica di San Lorenzo al Verano, poi attraverserà Roma fino alla chiesa di San Salvatore in Lauro. Quindi la processione verso San Pietro.

Perché san Pio di Pietrelcina è accompagnato da una devozione così attaccata non solo al suo insegnamento ma anche al suo corpo? Ci troviamo dinanzi di nuovo all'inesplicabile. Un morto attira le masse. È già accaduto. Che differenza però con gli oceanici funerali di Stalin a Mosca o la traslazione di «Che» Guevara a Santa Clara di Cuba o con il sarcofago tetro di Lenin nella piazza Rossa. Ogni potere ha necessità di una liturgia. Ma si sapeva bene che quei cadaveri imbalsamati erano arcimorti e sepolti, congelati nel marmo dei mausolei. Qui no. Questi che si stringono intorno a quel corpo rimodellato con la cera, sono convinti che Padre Pio sia vivo sul serio. Che stia davvero come disse lui stesso - «sulla soglia del Paradiso per far entrare i miei figli». Anzi, questa è ancora una visione troppo eterea. Lui era più brutale, direi materialista, e per questo piace anche ai miscredenti. Non era uno che navigasse sopra le nuvole. Una volta, a un signore che tremava all'idea che il vecchio cappuccino lo abbandonasse in mezzo ai suoi guai per godersela in cielo, urlò: «Pezzo di scemo, nella tomba sarò più vivo che mai!». Per cercare di capire chi sia Padre Pio da Pietrelcina occorre strapparsi di dosso per qualche minuto i pregiudizi. Fatelo subito per favore. E provi a chiedersi come sia possibile quello che sta accadendo a Roma in queste ore.

Possibile che si siano radunati migliaia e migliaia di allucinati? Quello che colpisce è che non sono quelli del solito giro. Ci sono moltissime persone che odiano le candele e l'incenso, non sopportano il clero, eppure sono stupefatti e colpiti. Padre Pio riesce a dire qualcosa a chiunque voglia ascoltare. Per capirne qualcosa di più ho provato a prendere in mano una fotografia di questo frate, a leggere la biografia. Non ha detto niente di strabiliante. La sua frase più normale era: «Pregate!». Per il resto soffriva. La gente andava da lui, ed egli si caricava sulle spalle i loro problemi e le loro pene. Posso permettermi qualche consiglio, a costo di passare per matto? Non c'è nessun bisogno di essere cattolici per pregare padre Pio. Non c'è nemmeno bisogno di credere in Dio. Basta gridare aiuto, ricordandosi la sua faccia selvatica e però inesplicabilmente dolce. Non ci si deve far problemi, guai a temere di essere idolatri o pagani: la sua è la faccia di Cristo stesso.

Wojtyla, che era già un fior d'intellettuale, questo vide in lui conoscendolo nel 1948 e poi nel 1961: un uomo il cui rapporto con il Mistero era diretto e lancinante. Padre Pio viveva costantemente nel dolore più tremendo, anzi era immerso nella morte, ma era una specie di marciume lieto che è il presentimento della resurrezione. Per questo ed era vescovo ausiliario il futuro Papa gli scrisse di pregare di pregare per la guarigione della sua amica Wanda: e lei guarì. Non pregava in generale, per tutti, padre Pio. A uno che gli disse: «Metti tutti nel calderone», rispose: «Nel calderone ti ci metto te. Mi ricordo il nome e la faccia di ognuno, prego per ognuno di coloro che si rivolgono a me, conto i capelli della loro testa e mi avanza ancora del tempo».Bisogna contemplare quel volto, il suo sguardo. Che faccia da patibolo.

In fondo c'era stato davvero su quel patibolo, alla stessa maniera dell'uomo cui più somigliava, se non altro per le stimmate: Gesù Cristo. Nessuno è mai somigliato tanto a quel Nazareno come questo frate dal volto cespuglioso di un brigante

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