Rosso Malpelo

Un Paese in attesa che passi questa nottata

Un Paese in attesa che passi questa nottata

«Il dossier non è sul tavolo» è una App bellissima come «Campobasso non pervenuta», e si applica da ieri a Palazzo Chigi. Stiamo vivendo un medioevo in fiero regresso verso il cretaceo, ma denso di umorismo involontario grazie a un governo che programma soltanto perdite e che si regge grazie all'ipnotismo e le emozioni. Come è bello tagliare pensioni e vitalizi, rimborsare per miliardi Francia e Europa, fare la figura dei bifolchi in fresco-lana grigio. È come quando arrivarono i Goti o i Vandali (l'unno Attila appare già un riformista).

Eccoci dunque a un'altra nottata di febbri e tarantole per l'Italia costretta ancora una volta «a passà a nuttata» (Eduardo) o «aspettare che la bolla del consenso si sgonfi» (Berlusconi). Stiamo tutti qui a sperare che lo scontro ferroviario della Tav faccia deragliare un governo gravido di programmi tossici e spaccato come il Visconte dimezzato di Calvino, con le due parti che se ne vanno ognuna per conto suo cantando ipocritamente «là ci darem la mano, là mi dirai di sì».

Un tempo la politica divideva i conservatori dai progressisti ed è evidente che questo è un governo reazionario che ricaccia il progresso ovunque quell'ignobile creatura si manifesti sotto forma di grandi opere, occupazione, genialità individuale e di impresa.

A Salvini, che si considera chissà perché di centrodestra, si può solo ricordare che tutto il male viene per nuocere o, per dirla con Ennio Flaiano, «coraggio, il meglio è passato».

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