Pagine di omissis e accordi già saltati. Pagati 870 milioni e non ci sono penali

Pubblico il contratto tra Bruxelles e AstraZeneca: violate le intese sulle prime consegne. In caso di ritardi sospesi i pagamenti ma all'Ue si applicano gli interessi. Svelata una parte dei costi segreti

Pagine di omissis e accordi già saltati. Pagati 870 milioni e non ci sono penali

Il contratto degli omissis. La Commissione europea pubblica l'accordo di 41 pagine con AstraZeneca, fini a ieri secretato, ma oscura le parti più importanti su prezzi e consegne. Il contratto è stato siglato il 27 agosto scorso e pure le firme sono state oscurate. Fin dalle prime pagine salta agli occhi l'ossatura dell'accordo: la compagnia farmaceutica AstraZeneca farà «i migliori ragionevoli sforzi» (Best Reasonable Efforts) per produrre il vaccino e consegnare le dosi in tempo. Una formula che vuol dire tutto e niente richiamata più volta nelle ultime settimane dalla società per giustificare tagli annunciati e ritardi. La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen ha commentato che la formula di «massimo impegno si applicava fintanto che non era chiaro se potevano sviluppare un vaccino».

In realtà gli accordi sarebbero già saltati leggendo la clausola 5.1 a pagina 11. Nonostante gli omissis sulle quantità si scopre che AstraZeneca avrebbe dovuto consegnare le prime dosi «nel 2020», e «dal primo trimestre del 2021». La società, che è riuscita ad approvare il vaccino appena ieri, ha già annunciato un taglio delle forniture del 60%. Von der Leyen ha dichiarato che il contratto «è chiarissimo, ci sono ordini vincolanti» e prevedeva «una quantità di consegne chiare per il quarto trimestre del 2020 e per il 2021».

Un'altra anomalia è che apparentemente non sono previste penali e in caso di ritardi, già all'ordine del giorno, viene solo sospeso il pagamento. E «riprenderà una volta completata la consegna». I dettagli economici dell'accordo sono oscurati, ma si scopre che l'Europa ha già pagato gran parte dei «366 milioni di euro» previsti come «finanziamento iniziale» per l'impresa vaccino. I due terzi di questa cifra andavano versati cinque giorni dopo la data del contratto. La Ue ha ordinato 300 milioni di dosi e altre 100 milioni «opzionabili» dagli Stati membri. Per Astrazeneca «non sarà possibile produrre dosi addizionali» per i paesi europei prima di una data omissis. Per «le dosi iniziali» pre acquistate si stabilisce che AstraZeneca le fornirà «a un prezzo pari al loro costo lordo senza alcun profitto o perdita». L'importo totale del contratto, rivelato dagli omissis è di 870 milioni di euro, il costo totale che la casa farmaceutica prevede di sostenere per fornire il vaccino all'Ue. E se i pagamenti sono in ritardo di 20 giorni gli Stati membri devono pagare «gli interessi () al tasso applicato dalla Bce per le sue principali operazioni di rifinanziamento in euro più cinque punti». E per di più «AstraZeneca avrà il diritto di sospendere i suoi obblighi», ovvero le forniture di vaccino nel giro di 20 giorni. Nel contratto l'azienda «dichiara, garantisce e conviene» con Bruxelles di «non essere soggetta ad alcun obbligo, contrattuale o di altra natura, nei confronti di alcuna persona o terza parte per quanto concerne le dosi iniziali per l'Europa o che confligga o sia incoerente in modo rilevante con le condizioni di questo contratto oppure che possano impedire il completo adempimento degli obblighi previsti». Le forniture in Inghilterra e in giro per il mondo del vaccino dimostrerebbero il contrario. Non a caso da ieri la Commissione europea ha attivato il controllo ed il possibile blocco delle esportazioni del vaccino al di fuori della Ue.

Il braccio di ferro con la società e con Londra si basa sulla produzione e distribuzione delle dosi. Nell'accordo è previsto che AstraZeneca produrrà «il vaccino nei siti all'interno della Ue, che soltanto per quanto riguarda questo comma, includerà il Regno Unito». Von der Leyen ha precisato che «vengono menzionati due stabilimenti in Gran Bretagna» oscurati dagli omissis. E aggiunto che «il modo in cui sono gestiti dipende da loro». Dal contratto si scopre che l'azienda «potrà fabbricare il vaccino in strutture non Ue (...) per accelerare la fornitura di vaccini in Europa». Al momento non sembra sia avvenuto, nonostante l'hub di produzione in India, che ha inviato milioni di dosi al Brasile, Sudafrica, Marocco e Algeria.

Tutti i rischi e risarcimenti per reazioni avverse compresa «morte, lesioni fisiche, mentali o emotive, disabilità» sono a carico degli Stati Ue. E ovviamente «qualsiasi know-how, algoritmi, progetti, piani, ricerche» relativi al vaccino sono «informazioni riservate» da mantenere segrete, come le parti più importanti del contratto.

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