Coronavirus

Guerra sul green pass anche in zona bianca

Palazzo Chigi appoggia la cautela del Cts: spettacoli, congressi e fiere solo dopo due fiale. I governatori puntano sull'uso del "passaporto leggero" anche per i ristoranti al chiuso. Tensione sulla quota delle nuove aree gialle

Guerra sul green pass anche in zona bianca. Una dose per viaggiare. Ma dopo il richiamo ok a discoteche e stadi

I No Vax lo vedono con il fumo negli occhi, gli esercenti come il male minore, i governatori come uno strumento per non richiudere le attività con la ripresa dei contagi. E anche per ampliare la capienza di cinema, teatri e stadi. Un modo, insomma, per rendere più sicure le attività a rischio assembramento evitando nuove strette e allo stesso tempo incentivare la vaccinazione.

Ma le trattative con le Regioni vanno per le lunghe e ieri sera, complici anche le fibrillazioni interne alle forze di maggioranza, non era stata ancora convocata la cabina di regia per dare forma al green pass. Gli ultimi nodi dovrebbero essere sciolti durante il Consiglio dei ministri di oggi, prima del varo del decreto legge che prorogherà lo stato di emergenza fino a fine anno e conterrà le misure per fronteggiare la quarta ondata e che dovrà traghettare l'Italia in zona bianca fino almeno a metà agosto, cercando di salvare l'estate. Anche se la curva epidemiologica ha ripreso quota sotto i colpi della variante Delta e ci sono alcune aree che con i vecchi parametri (50 casi settimanali ogni 100mila abitanti) sarebbero già in zona gialla. Ma adesso con i progressi della campagna di vaccinazione, che contiene le ospedalizzazioni, cambiano gli indici che determinano l'assegnazione delle fasce di rischio e l'incidenza settimanale dei casi non sarà più determinate. Conteranno i numeri dei posti letto occupati nei reparti ordinari e nelle rianimazioni.

DOPPIA DOSE

Quello del numero di dosi necessarie per ottenere il green pass è uno dei temi più dibattuti. Per il Cts il certificato andrebbe rilasciato a ciclo vaccinale completato, come accade nella maggior parte dei Paesi europei. Una delle ipotesi formulate dalle Regioni è quella di prevedere un lasciapassare per gli eventi pubblici valido anche solo dopo la prima somministrazione. L'ala più rigorista del governo insiste per la doppia dose, ma per non penalizzare chi è ancora in attesa del richiamo sta valutando una soluzione-ponte che consenta dal 1° agosto l'uso del green pass, anche per aerei e treni a lunga percorrenza, con una sola iniezione. Ma la trattativa è in fase di stallo.

EVENTI E DISCOTECHE

Le Regioni vogliono che il green pass in zona bianca sia necessario solo per permettere la ripresa delle attività ancora ferme, come i grandi eventi sportivi e di spettacolo, le discoteche, le fiere e i congressi. Il governo invece vorrebbe di più e sta pensando di distinguere le attività su tre livelli: i servizi essenziali che non richiedono green pass, quelli che ne prevedono una versione «light», con una sola dose e una data già fissata per la seconda e infine tutte quelle attività per cui il certificato verde dovrà attestare la vaccinazione completa.

BAR E RISTORANTI

È un altro dei temi su cui le posizioni divergono. Palazzo Chigi vuole introdurre il certificato verde, con una sola dose, anche in zona bianca per i tavoli all'interno, lasciando libere le consumazioni al bancone o all'esterno del locale. Una presa di posizione che fa storcere il naso ai governatori. Ma è ormai deciso che si andrà per fasi: in un primo momento per poter cenare al chiuso servirà aver fatto una prima dose di vaccino, a settembre due.

I TRASPORTI

L'uso del pass sarà reso progressivamente più stringente e non è escluso che diventerà obbligatorio sui mezzi pubblici a metà settembre, in concomitanza con la ripresa delle lezioni. Ma una decisione sull'uso del documento su autobus e metro sarà presa solo in un secondo momento, così come eventuali nuove regole per le scuole, alla luce dei dati su contagi e vaccinazioni.

I NUOVI PARAMETRI

Le Regioni, sulla spinta delle più piccole che avendo meno strutture ospedaliere ritengono di essere penalizzate da criteri troppo restrittivi, vorrebbero portare il limite massimo di occupazione dei posti letto per restare in zona bianca al 20% per le terapie intensive e al 30% per i reparti ordinari. Il governo considera però la proposta «troppo lontana» dalle raccomandazioni del Cts, che suggeriva soglie del 5% e del 10%. Un possibile punto d'incontro potrebbe essere quello di far scattare il passaggio in zona gialla con più del 10% dei posti occupati in terapia intensiva e più del 15% o al massimo 20% dei reparti ordinari.

Sulla decisione potrebbe pesare la presa di posizione degli anestesisti.

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