Coronavirus

Conte pronto a un'altra stretta: "Non escludo misure più dure"

Il premier Conte vuole rassicurare il centrodestra e gli italiani: "Adotteremo tutte le misure necessarie a contrastare con il massimo rigore la diffusione del contagio"

Conte pronto a un'altra stretta: "Non escludo misure più dure"

Nel corso dell'incontro tenutosi questo pomeriggio tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i ministri Roberto Gualtieri (Economia), Federico D'Incà (Rapporti con il Parlamento), il sottosegretario Riccardo Fraccaro e i leader delle forze di opposizione Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani - accompagnati dai rispettivi capigruppo - il premier non ha escluso la possibilità di adottare misure più restrittive, ove necessarie. È quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, che hanno precisato la posizione del governo nell'ambito della richiesta di introdurre misure di contrasto del contagio ancora più severe, che contemplino una serrata generale, avanzata dal centrodestra.

Le fonti hanno inoltre fatto sapere che l'avvocato ha assicurato che l'esecutivo giallorosso "continuerà a rimanere disponibile e risoluto, come sin qui ha sempre fatto, ad adottare tutte le misure necessarie a contrastare con il massimo rigore la diffusione del contagio e ad aggiornare queste misure costantemente". È stata anche confermata la disponibilità a raccogliere le istanze degli amministratori territoriali "come facciamo con videoconferenza quotidiana, e continueremo a porre a base delle nostre autonome decisioni politiche le valutazioni del comitato tecnico-scientifico". Si lavorerà affinché le misure tengano sempre conto di "tutti i fondamentali interessi in gioco e siano sempre efficaci e adeguate rispetto all’obiettivo prioritario di contenere il contagio e di tutelare la salute dei cittadini".

"C'è preoccupazione"

Al termine del vertice, il leader della Lega si è detto piuttosto "preoccupato". La posizione del centrodestra ormai è chiara: "Chiudere tutto adesso, salvando i settori strategici, per ripartire sani fra poco. È il momento delle scelte drastiche. Temiamo che qualcuno sottovaluti l'emergenza sanitaria". Nel corso di una diretta sul proprio profilo Facebook, l'ex ministro dell'Interno ha rivendicato e rafforzato la sua tesi: "È il momento di misure forti, drastiche, non interpretabili. Serve un intervento forte, di uno Stato forte con un governo forte se ce l'abbiamo". Il tutto anche alla luce dei tentativi "di fare la guerra all'Italia" ai fini commerciali: "Nessuno può permettere di umiliarci". Dunque ora non hanno alcuna utilità "mezze misure".

A sperare in una rapida decisione è stato anche il vicepresidente di Forza Italia: "Ci auguriamo che il governo decida in tempi rapidi di avere una zona rossa in tutta Italia. Non è stato escluso che possa accadere in futuro, ma non abbiamo tempo da perdere". Tajani ha anche bacchettato il governo per la gestione dell'emergenza dal punto di vista della comunicazione: "Gli italiani hanno bisogno di sapere cosa possono fare: c'è ancora confusione".

La leader di Fratelli d'Italia si è scagliata contro la mancanza di collaborazione da parte dell'Europa: "È totalmente assente, deve svegliarsi. Abbiamo inoltre chiesto che lunedì all'Eurogruppo non si discuta del fondo salvastati". La Meloni ha parlato pure della necessità di delineare chiari e precisi interventi economici: "I 7,5 miliardi sono inadeguati per questa emergenza: sono meno di quanto spendiamo per il reddito di cittadinanza.

Noi abbiamo parlato almeno di 30 miliardi che comunque consideriamo un punto di partenza".

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