Palestinesi uccisi, Israele incrimina due ebrei

Gli ultrà accusati di aver ucciso in un rogo tre persone in Cisgiordania

Il tribunale distrettuale di Lod, in Israele, ha incriminato ieri due ultrà ebrei per il rogo in cui la scorsa estate morirono tre membri della famiglia palestinese Dawabsheh a Duma, in Cisgiordania. Si tratta di Amiram Ben Oliel, un estremista di 21 anni, colui che materialmente appiccò il fuoco che nella notte del 31 luglio provocò la morte di Saad e Riham Dawabsheh e del loro figlioletto Alì, di appena 18 mesi. Un minorenne, di cui non è stata divulgata l'identità, è stato incriminato per aver assistito Bem Oliel nell'attentato. Il grave episodio era stato condannato a suo tempo da Benyamin Netanyahu che poche ore dopo i fatti aveva telefonato al presidente palestinese Abu Mazen per esprimergli il proprio orrore, proponendo di «combattere assieme il terrorismo, da qualsiasi direzione provenga». La risposta fu la terribile intifada dei coltelli.L'episodio del 31 luglio nasconde però anche motivazioni politiche. I due militanti di estrema destra fanno infatti parte di una rete eversiva, denominata Ghivonim, che ha come obiettivo la distruzione del regime democratico d'Israele e la nascita di una Monarchia di tipo biblico. Nei testi ideologici trovati in loro possesso si può leggere che lo stato democratico di Israele «non ha diritto di esistere e deve essere abbattuto con la forza». Lo rivela il Shin Bet, il servizio di sicurezza interno israeliano, che aggiunge come le attività violente ed eversive del gruppo Ghivonim siano concentrate nel creare maggiori frizioni possibile tra palestinesi e il governo di Netanyahu, fino al punto di innescare una grande rivolta popolare, eleggere un monarca ed erigere un nuovo Tempio di Gerusalemme. Si tratterebbe del terzo, dopo aver rimosso dalla Spianata la moschea al-Aqsa e il Duomo della Roccia. Dall'attività dei servizi di sicurezza emerge tra l'altro la giovane età di militanti e fiancheggiatori dell'organizzazione, in buona parte minorenni. La Cisgiordania continua a essere in questi giorni una polveriera. Un cecchino palestinese, appostato su un tetto, ha sparato a una soldatessa israeliana di appena 19 anni ferendola seriamente. Secondo fonti della polizia il cecchino ha mirato di proposito al basso ventre della donna, come segno di disprezzo.

È accaduto in mattinata al quartiere Abu Sneineh di Hebron, presso la Tomba dei Patriarchi. L'episodio giunge all'indomani di funerali di massa svoltisi a Hebron per i 17 palestinesi rimasti uccisi nelle ultime settimane nel corso di attentati anti-israeliani.

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