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Papa Francesco boccia il suicidio assistito. La legge è già in stallo

La condanna del Pontefice: "Inaccettabile". Rinviata la discussione in Aula sul testo

Papa Francesco boccia il suicidio assistito. La legge è già in stallo

Sarà una coincidenza, o forse no. Ma Papa Francesco, nell'udienza generale, ha parlato proprio di eutanasia, suicidio assistito e cure palliative, condannando il fine vita e le «derive inaccettabili» che «portano a uccidere». In maniera più chiara il Pontefice ha osservato: «Dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare il suicidio assistito. La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti».

La «coincidenza» non è passata inosservata, visto che l'intervento di Bergoglio è arrivato proprio nel giorno in cui in Aula è iniziata la discussione sulla legge su eutanasia e suicidio assistito, a pochi giorni dal pronunciamento della Consulta sull'ammissibilità del referendum sulla depenalizzazione dell'omicidio del consenziente.

Ieri giornata dedicata al tema, con un convegno promosso da alcuni movimenti cattolici da un lato, e uno sul «sì al referendum» da parte dei +Europa.

Il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Luis Ladaria, da parte sua ha osservato come si assiste «alla promozione, a livello legislativo internazionale, dell'eutanasia e del suicidio assistito, fatto che rappresenta un vero cambiamento di paradigma nella cura dei malati nelle fasi terminali della vita» mentre il presidente del Family Day, Massimo Gandolfini plaude alle parole del Papa che «esortano al massimo impegno affinché l'abbandono terapeutico dei fragili e la somministrazione della morte di Stato non diventino mai una realtà in Italia».

Gli fa eco Jacopo Coghe, vicepresidente di Pro Vita & Famiglia. «Stiamo faticosamente uscendo da un'emergenza sanitaria che ha generato morte, depressione, frustrazione. È cinico che, specialmente in questo contesto, si vogliano approvare norme che assecondano istinti suicidari sempre più diffusi nel Paese».

L'eutanasia, rincara la dose il cardinale Giovanni Battista Re, «è un peccato grave perché contro la vita».

Nelle stesse ore, a pochi metri di distanza, una conferenza stampa di +Europa lancia il «Sì» a tutti gli otto referendum: legalizzazione della cannabis, legalizzazione dell'eutanasia e i sei quesiti sulla giustizia, tra i quali spiccano quelli per la riforma del Csm, per la responsabilità diretta dei magistrati, per la separazione delle carriere nella magistratura.

Intanto il testo sull'eutanasia legale che è arrivato dalle commissioni ha iniziato la sua discussione in Aula. Ma già è stallo. L'appuntamento è rinviato al 15 febbraio.

Sono oltre 200 gli emendamenti proposti, in gran parte a firma degli esponenti della maggioranza, che mirano a sopprimere parti fondanti della proposta di legge; altri emendamenti puntano invece a modificare alcuni articoli, frutto della mediazione intercorsa nella maggioranza durante l'esame in commissione, mediazione che tuttavia non ha portato alla condivisione da parte di tutta la maggioranza.

Manca dunque l'accordo: Pd, M5s e Leu si dicono favorevoli al testo, mentre Lega, Forza Italia e le forze minori del centrodestra contrarie. «Voterò a favore della legge; non è perfetta, perché frutto dei compromessi, ma sarà un importante tassello verso l'autodeterminazione dell'individuo», dice il deputato M5s Aldo Penna. Italia Viva lascerà libertà di coscienza sul voto, mentre il Pd auspica che si giunga a un voto sul testo.

Da parte loro Lega e Coraggio Italia confermano il «no» al testo.

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