Roma Papa Francesco come Giovanni XXIII. In uno storico videomessaggio rivolto dal Pontefice alle famiglie italiane in questo momento di pandemia, Bergoglio è entrato nelle case degli italiani, con tenerezza, umanità e umiltà, esortando a fare «un gesto di tenerezza verso chi soffre, verso i bambini, verso gli anziani. Dite loro che il Papa è vicino e prega», ha detto Francesco nel video diffuso dal Vaticano e mandato in onda dal Tg1. Un passaggio che ha fatto tornare indietro la memoria all'11 ottobre 1962 quando Giovanni XXIII, aprendo il Concilio Ecumenico II, disse: «Tornando a casa, troverete i bambini, date una carezza ai vostri bambini e dite: Questa è la carezza del Papa».
All'inizio della settimana santa, che quest'anno a causa delle restrizioni dovute al Covid-19 sarà praticamente «a porte chiuse», Francesco ha voluto abbracciare tutti. È la prima volta, da quando è iniziata la pandemia, che il Papa rivolge un videomessaggio all'Italia e al mondo intero. «Questa sera esordisce - ho la possibilità di entrare nelle vostre case in un modo diverso dal solito. Se lo permettete, vorrei conversare con voi per qualche istante, in questo periodo di difficoltà e di sofferenze. Vi immagino nelle vostre famiglie, mentre vivete una vita insolita per evitare il contagio. Penso alla vivacità dei bambini e dei ragazzi, che non possono uscire, frequentare la scuola, fare la loro vita».
Il pensiero va alle persone sole, agli anziani («che mi sono tanto cari»), agli ammalati, ai ricoverati, ai carcerati, ai senza fissa dimora. E un ringraziamento a «chi si espone per la cura di questa pandemia o per garantire i servizi essenziali alla società. Quanti eroi, di tutti i giorni, di tutte le ore!», aggiunge. «Ricordo anche quanti sono in ristrettezze economiche e sono preoccupati per il lavoro e il futuro. È un momento difficile per tutti. Per molti, difficilissimo. Il Papa lo sa prosegue nel suo colloquio senza filtri con gli italiani - e, con queste parole, vuole dire a tutti la sua vicinanza e il suo affetto».
Dal Pontefice un invito anche a vivere al meglio questo tempo. «Siamo generosi; aiutiamo chi ha bisogno nelle nostre vicinanze; cerchiamo, magari via telefono o social, le persone più sole; preghiamo il Signore per quanti sono provati in Italia e nel mondo». Un pizzico di tristezza, nelle sue parole, per come i cristiani saranno costretti a vivere la Pasqua. «Celebriamo in modo davvero insolito la Settimana Santa, che manifesta e riassume il messaggio del Vangelo, quello dell'amore di Dio senza limiti. E nel silenzio delle nostre città, risuonerà il Vangelo di Pasqua». Ma proprio dalla morte, nasce la speranza. «È la speranza di un tempo migliore prosegue Francesco in cui essere migliori noi, finalmente liberati dal male e da questa pandemia. È una speranza: la speranza non delude; non è un'illusione, è una speranza».
«Vi ringrazio per avermi permesso di entrare nelle vostre case conclude Francesco -. Fate un gesto di tenerezza verso chi soffre, verso i bambini, verso gli anziani. Dite loro che il Papa è vicino e prega, perché il Signore ci liberi tutti presto dal male. E voi, pregate per me. Buona cena. A presto».
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