Il Papa riaccende la lite sul fine vita

Francesco: «No all'accanimento». E riparte la spinta per varare il biotestamento

Il Papa riaccende la lite sul fine vita

Con la legge sul biotestamento bloccata al Senato, dopo l'approvazione alla Camera dello scorso aprile, a riaccendere lo scontro politico ci ha pensato Papa Francesco, con un messaggio sulle questioni del «fine vita» inviato al Meeting Regionale Europeo della «World Medical Association», promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita con la presenza in Vaticano di 130 esperti di massimo livello. «È moralmente lecito rinunciare all'applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, -ha detto il Pontefice- quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito proporzionalità delle cure, serve un supplemento di saggezza, perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona». Una chiara presa di posizione di Bergoglio contro l'accanimento terapeutico che nel giro di poche ore ha riaperto il dibattito sui temi etici lontani dall'attuale agenda politica. Con la legge, in attesa di approvazione, che vieta l'accanimento terapeutico e permette di rifiutare le terapie, compresa l'alimentazione artificiale, dopo le parole di Francesco a intervenire è stato subito un gruppo di deputati cattolici bipartisan, tra cui Paola Binetti e Rocco Buttiglione che con una nota hanno tenuto a precisare quanto «le parole di Papa Francesco sul fine-vita dimostrano che la proposta di legge approvata dalla Camera e attualmente all'esame del Senato necessita di maggior riflessione e prudenza, poiché nel testo attuale non c'è il principio di proporzionalità invocata dal Pontefice». Parla di strumentalizzazione politica delle parole del Papa invece il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia: «Per recuperare consensi a sinistra adesso il Pd è pronto a strumentalizzare le affermazioni di Francesco e accelerare con l'approvazione della legge sul fine vita. Non ci provino nemmeno. Il Papa è stato molto chiaro e le sue parole vanno in direzione opposta rispetto a quanto prevede la proposta in esame in Parlamento. Noi diciamo no all'eutanasia e no all'accanimento terapeutico». Di parere nettamente opposto è il senatore Ma il Pd pare pronto a prendere la palla al balzo: «Spero - dice il Ministro delle politiche agricole e Vicesegretario Pd Maurizio Martina- che le parole di Papa Francesco facciano riflettere e agire perché in Italia abbiamo bisogno di una legge giusta anche su questa frontiera delicata».

Beppino Englaro, il padre di Eluana, morta nel 2009 dopo l'interruzione della nutrizione artificiale e vissuta in stato vegetativo per diciassette anni, ammette: «Il Papa non dice niente di nuovo, oggi l'opinione pubblica è più informata, manca solo la volontà di approvare la legge sul biotestamento in Senato». E se i Radicali insieme all'Associazione Luca Coscioni ritengono le parole di Bergoglio «importanti», invocando che non ci siano però differenze morali tra la sospensione delle terapie e l'eutanasia, il Vaticano rimanda indietro la richiesta. A rimarcarlo è monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia della Vita che a Il Giornale commenta: «Il Papa richiama la tradizione della Chiesa già con Pio XII e dice chiaramente tre no: no all'accanimento, no all'abbandono, no all'eutanasia. E dice chiaramente un si all'accompagnamento del malato.

Quando le cure non sono proporzionate secondo una deontologia tecnica, non bisogna insistere. Quando queste terapie producono, insomma, un danno e non danno alcuna speranza vanno chiaramente abbandonate. Niente accanimento, quindi, ma non ci sia un abbandono del paziente».

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