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Il Papa striglia l'Europa dei burocrati

Francesco: «Ideali sacrificati ai tecnicismi». Rilancia le radici religiose e scuote l'Ue sui cristiani perseguitati

Il Papa striglia l'Europa dei burocrati

da Strasburgo

Le Figaro , il più antico quotidiano francese, titolava ieri «Il messaggio di Francesco a un'Europa senza anima». Così è stato. Il Papa latino-americano parla all'Europarlamento a Strasburgo, e incoraggia l'Ue a uscire da se stessa, a superare i «tecnicismi burocratici delle sue istituzioni», a non lasciarsi ingabbiare dalla paura. Perché troppo spesso, sottolinea Bergoglio, l'Europa è «invecchiata e compressa», è una «Europa nonna e non più fertile e vivace», che soffre di una «malattia molto diffusa» che è «la solitudine».

Richiama le radici cristiane dell'Europa, Papa Francesco, da cui trarre origine. È là il cuore del suo intenso discorso. «Ritengo fondamentale non solo il patrimonio che il cristianesimo ha lasciato nel passato alla formazione socioculturale del continente - dice - bensì soprattutto il contributo che intende dare oggi e nel futuro alla sua crescita». E avverte: «Tale contributo non costituisce un pericolo per la laicità degli Stati e per l'indipendenza delle istituzioni dell'Unione, bensì un arricchimento». Per Bergoglio, l'Europa deve «fare tesoro delle proprie radici religiose, sapendone cogliere la ricchezza e le potenzialità». Non è un caso che il Papa si soffermi sul tema, quello delle radici cristiane, che tanto aveva scosso i rapporti tra Unione Europea e Vaticano. Il mancato riferimento alle radici cristiane nella Costituzione non era affatto piaciuto alla Santa Sede.

Bergoglio non si fa sfuggire l'occasione davanti ai 750 europarlamentari per lanciare una stoccata all'Europa: da queste radici cristiane il Vecchio Continente deve attingere con forza per rispondere agli estremismi. «Sono convinto che l'Europa possa essere anche più facilmente immune dai tanti estremismi che dilagano nel mondo odierno - avverte - anche per il grande vuoto ideale a cui assistiamo nel cosiddetto Occidente, perché - continua il Pontefice citando, non a caso, Benedetto XVI - è proprio l'oblio di Dio, e non la sua glorificazione, a generare la violenza». Il Papa, che sottolinea come il traffico d'armi finanzi i terroristi (l'Onu ieri ha anche rivelato che i riscatti hanno fruttato all'Isis 45 milioni di dollari in un anno), torna sul tema del fondamentalismo anche durante la conferenza stampa sul volo che lo riporta a Roma. Il dialogo con lo Stato Islamico «è difficile, quasi impossibile, ma la porta è sempre aperta», avverte Bergoglio. «Il terrorismo è una delle tante minacce» ma c'è anche «un'altra minaccia, il terrorismo di Stato. Con il terrorismo si deve lottare, ma nessun Paese ha il diritto, per conto suo, di fermare un aggressore ingiusto». Il Papa arriva nell'emiciclo dell'Europarlamento alle 11.15 in punto, accolto da un lungo applauso. Tutti si alzano in piedi; solamente sei rappresentanti del Gue, la Sinistra unitaria europea, lasciano l'Aula. Prende la parola il presidente Martin Schultz. Bergoglio ascolta, attento, senza l'ausilio della traduzione. Poi tocca a lui. «Desidero indirizzare un messaggio di speranza e di incoraggiamento», avverte aprendo un discorso in cui affronta a tutto tondo le tematiche più attuali quasi a delineare un filo rosso che unisce il Vaticano all'Europa.

La centralità della dignità umana contro le molteplici violenze, i cristiani perseguitati e la libertà religiosa, la famiglia indissolubile, la tutela della vita dall'inizio alla fine, la difesa del Creato. Fino all'immigrazione: «Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero». E poi il lavoro. «Quale dignità potrà mai trovare una persona che non ha il cibo o il minimo essenziale per vivere e, peggio ancora, il lavoro che lo unge di dignità?».

Francesco strappa applausi da tutta l'Assemblea, da destra a sinistra. Dopo tre ore e mezzo, il Papa è di nuovo sull'aereo che lo porta a Roma. Ma c'è tempo per un'ultima battuta, in volo, a chi gli chiede se si ritiene un Papa socialdemocratico. «Ma questo è riduzionismo, così mi sento in una collezione di insetti....Non so se il Papa è socialdemocratico o no, io non oso qualificarmi di una o di un'altra parte.

Io sono del Vangelo».

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