Giuseppe Tresoldi è un tipo tosto. Del resto, se non fosse così, non potrebbe fare il parà della Folgore: corpo d'élite che sta all'Esercito come gli All Blacks stanno al rugby. Insomma, il meglio del meglio. Però con il non trascurabile dettaglio che - questo «meglio» - il parà Tresoldi lo esprime all'età di 54 anni, anch'essa tutt'altro che trascurabile. Il paracadutista che durante la Festa della Repubblica ai Fori Imperiali di due giorni è atterrato con precisione millimetrica a pochi centimetri dal palco delle autorità, è nato infatti il 30 aprile 1964 a Monselice (Padova). Un lancio speciale, quello del parà Tresoldi, impreziosito da un Tricolore gigantesco mai visto prima e che Giuseppe ha fatto volteggiare con grazia per lunghi secondi prima di adagiarlo quasi tra le braccia di un (ineditamente emozionato) Sergio Mattarella che ha mostrato di gradire lo show acrobatico di Tresoldi molto di più degli show offertigli nei giorni scorsi dalla coppia, altrettanto acrobatica, Di Maio-Salvini.
Il volo di Tresoldi, almeno per un giorno, è sembrato riconciliare tutti gli italiani con la nostra bandiera, sempre troppo bistrattata sia come simbolo ideale del nostro senso di appartenenza nazionale, sia come oggetto materiale in sé (basterebbe osservare lo stato pietoso con cui quasi sempre vengono esposti i Tricolori agli ingressi di scuole, tribunali e uffici pubblici in genere ndr). L'auspicio è che la perfetta manovra con cui il nostro gigantesco e bellissimo Bianco, Rosso e Verde è calato sui Fori Imperiali nel giorno solenne del 2 Maggio sia ora da sprone anche per un'esposizione più decorosa del Tricolore in tutto il Paese. Il primo ad esserne persuaso è proprio il «parà volante», che l'amore per la bandiera lo insegna da una vita ai più giovani: «Sono felice che tutto sia andato per il meglio. A me resta l'orgoglio di aver volato con sulle spalle l'emblema più nobile della nostra patria».
Durante la sua elegante discesa a terra, ad applaudirlo da lassù ci sarà stato certamente anche Alessandro Tandura, l'ufficiale degli Arditi italiani, primo paracadutista a lanciarsi nella notte fra il 3 ed il 4 agosto del 1918 nella zona di Vittorio Veneto. Quelli di Tandura, purtroppo, erano tempi di guerra; questi di Tresoldi, per fortuna, sono tempi di pace. E la differenza non è da poco.
Il curriculum di Giuseppe Tresoldi è impressionante: entrato nella sezione paracadutisti dell'Esercito nel 1988 fa parte della squadra Italy National Team, 4 titoli di campione del mondo nella precisione in atterraggio a squadre, 4 medaglie d'argento, 2 medaglie di bronzo, 10 titoli italiani, 1 record italiano, 9 distintivi dello sport militare, 4 medaglie di bronzo al valore atletico, 2 croci d'oro al merito dell'Esercito. Serve altro?
Tra i suoi estimatori, anche Luca Zaia, governatore del Veneto: «Siamo onorati di quello che ha fatto il parà Tresoldi, siamo orgogliosi che sia veneto. Ho visto come è sceso col Tricolore ai Fori Imperiali alla Festa della Repubblica. Lo prenoto per scendere col gonfalone del Veneto in piazza San Marco a Venezia, con la bandiera del Leone che ha più di mille anni di storia. E spero che la burocrazia non ci dica che non si può scendere col paracadute in piazza. Se si può farlo ai Fori imperiali, si potrà farlo anche a Venezia. Sarebbe meraviglioso».
«Meraviglioso», ma non opportuno. Un militare ha una sola bandiera da sventolare, in cielo come in terra: quella italiana. Per il gonfalone del Veneto, Zaia segua un corso di paracadutismo e si lanci lui.Ma con cautela...
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