Politica

Un paradosso che rafforza la povertà

Il reddito di cittadinanza non sconfigge la povertà, al massimo ne allevia gli effetti.

Un paradosso che rafforza la povertà

Il reddito di cittadinanza non sconfigge la povertà, al massimo ne allevia gli effetti. Ma così facendo, poiché nulla è gratis, ne rafforza le cause, che stanno da ambo le parti e che la classe dirigente avrebbe il dovere morale, prima che politico, di estirpare.

Dire che non c'è lavoro significa che per gli attori, dal piccolo artigiano alla multinazionale, è via via più difficile fare impresa e assorbire manodopera. Eppure, un tempo eravamo più poveri ma creavamo più ricchezza. Troppe complicazioni piccole e invisibili si sono accumulate nei decenni, sebbene per nobili finalità, e ora sono un fardello insostenibile. Non sono solo le tasse o la lentezza e l'incertezza della giustizia. C'è molto di più ed è nascosto in tante pieghe del sistema, che però chi produce incontra ogni giorno. Ci inciampa, cade e si rialza, ma perde velocità e spende energie: dopo un po' si stanca e rinuncia. La politica dovrebbe trovarle ed eliminarle. Comporta scelte difficili, ma è ciò che va fatto.

Però c'è anche un deficit di competenze e abilità. Per fare un occupato non basta un posto di lavoro, serve pure una persona capace e disponibile. Troppi disoccupati o saltuari hanno requisiti al di sotto di quel minimo necessario a garantirsi un'impiegabilità duratura. Molte colpe stanno nella scuola, la cui funzione però non è propriamente quella di formare le prossime generazioni, quanto piuttosto di impiegare quelle attuali. Almeno, questo si desume analizzando nei fatti il sistema scolastico. Però pure le famiglie hanno la loro responsabilità, innanzitutto culturale, avendo dato ai figli il benessere che avevano o le garanzie che potevano, a cominciare da un posto fisso, invece degli strumenti e della capacità di prodursela da soli, la ricchezza. Noi la misuriamo dai soldi, che invece sono solo il suo prodotto. La ricchezza sta nella capacità di crearla. Molti sono ricchi prima di avere soldi, perché hanno un'idea e la determinazione e le capacità di realizzarla. Un ragazzo che abbia voglia di studiare per apprendere, di imparare cose nuove e di migliorare sempre non è ricco, ma lo può diventare e almeno avrà sempre un lavoro e di che vivere. I ricchi puntano su formazione e informazione, non su qualcuno che gli dia soldi.

Sconfiggere la povertà si può, ma non col reddito di cittadinanza. Bisogna prima di tutto odiarla, la povertà, e trasformare i poveri in ricchi, non di soldi ma di volontà di guadagnarseli. Chi si aspetta che lo Stato debba dargli un lavoro o almeno dei soldi non sarà mai ricco. Chi non voglia restare povero deve smettere di criticare i ricchi e anzi osservarne i valori e i comportamenti, per capire cosa prendere per sé.

Secondo una massima attribuita a Bill Gates, se nasci povero non è colpa tua, ma se muori povero sì.

Commenti