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Parigi contro i motorini: "Paghino il parcheggio". Rivolta delle due ruote

Crociata eco-chic: 3 euro l'ora, un salasso per chi arriva dalle banlieue. I residenti? 22 euro l'anno

Parigi contro i motorini: "Paghino il parcheggio". Rivolta delle due ruote

La sinistra eco chic che non riesce più a parlare alla gente impone tasse che li condanna. L'iniziativa questa volta è fortemente voluta dalla sindaca di Parigi, nata all'ombra della socialista Martine Aubry, Anne Hidalgo, ex delfina di Bertrand Delanoë, eletta al vertice della capitale francese nel 2014, e riconfermata nel 2020, ha deciso di imporre una stretta ai veicoli a due ruote che sta facendo molto discutere.

La sindaca, che in questi anni si è guadagnata il soprannome di reine de bobos, regina dei radical chic, dopo aver reso quasi impossibile la circolazione delle auto nella capitale, ora prende di mira le due ruote. Dal 1 settembre, infatti, tutte le moto, comprese quelle «ibride» poco inquinanti, dovranno pagare il parcheggio a Parigi. Niente di male fino a qui, se non fosse per un dettaglio: per i residenti, un forfait di 22,50 euro all'anno più 75 centesimi al giorno. Ma per chi abita in banlieue il nuovo salasso sarà di 2 o 3 euro all'ora secondo la zona di Parigi in cui si lascia il motorino. Non propriamente un prezzo popolare. Ecco dunque l'ennesima discriminazione, dove a pagare il prezzo più caro è chi abita lontano dai ricchi e benestanti arrondissement del centro. Fra proprietari di motorini e lavoratori che ogni giorno evitano il traffico per arrivare a Parigi soltanto grazie ai loro scooter, non ci sono prospettive al di là di un incontro che una loro delegazione ha avuto ieri con le autorità. Le speranze di trovare una soluzione sono poche: si salveranno dalle multe soltanto i motorini elettrici, che in queste ore stanno andando a ruba. Una bella scossa anche all'economia. Per chi può permetterselo ovviamente.

Eppure era una misura già annunciata: durante la campagna elettorale del 2020, la Hidalgo aveva stimato che c'erano «troppi veicoli a due ruote a motore che parcheggiano ovunque, che non rispettano le piste ciclabili, i marciapiedi». Uno degli obiettivi dichiarati di questa misura è promuovere, anche a costo di forzare la mano, la mobilità «sostenibile». «La nostra sfida è andare verso la mobilità con minori conseguenze per l'ambiente», ha affermato David Belliard, assistente del sindaco e responsabile della mobilità. Costruire una Francia più giusta è sempre stato lo slogan della sua campagna, peccato che anche per inquinare meno si scarichino tutti i costi sui cittadini.

Lo scorso febbraio, l'amministrazione comunale rosso-verde parigina ha annunciato il rinvio di un anno e mezzo del divieto di transito nel centro di Parigi. Inizialmente prevista per la prima metà del 2022, l'attuazione di questa misura faro del programma della coalizione di sinistra che governa Parigi è ora prevista per l'inizio del 2024. L'opposizione ha duramente criticato le scelte dell'amministrazione parigina in tema di viabilità. Il timore è che, spostando il traffico verso le periferie, si creino degli ingorghi infiniti e l'inquinamento si sposti dal centro al resto della città, senza risolvere realmente il problema.

Critiche anche da En Marche, il partito del presidente Emmanuel Macron. Spesso criticata per problemi di traffico nella capitale, Hidalgo difende regolarmente la sua «politica esemplare e ambiziosa di promozione della bicicletta».

Già altri politici fuori dai confini francesi avevano puntato molto sulla bicicletta.

E non sono andati a finire benissimo.

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