Francesco De Remigis
A Parigi è tornata la violenza. Poco dopo le 14 di ieri un brutale assalto contro la polizia nella banlieue sud di Viry-Chatillon, considerata l'epicentro del disagio sociale, ha fatto ripiombare sulla Francia la minaccia delle rivolte di periferia. Un fantasma che nell'ottobre del 2005 sconvolse buona parte del settore nord-est di Parigi e che ieri è tornato in azione a sud. A circa trenta chilometri dalla capitale, in pieno giorno, una quarantina di persone hanno attaccato a colpi di molotov due auto della polizia: un raid organizzato e perfettamente riuscito. I malintenzionati hanno aperto le porte di una prima vettura lanciando bottiglie incendiarie nell'abitacolo, poi hanno sbarrato le portiere per impedire loro di uscire. Un blitz studiato per uccidere i due poliziotti che sono rimasti gravemente feriti alle braccia e alle mani: curati sul posto sono poi stati trasportati in ospedale. Salvati solo dall'arrivo dei rinforzi che hanno disperso gli aggressori. Ma non prima che una seconda auto della polizia, giunta pochi istanti dopo il blitz, fosse a sua volta bersagliata dalle molotov per un bilancio di quattro agenti feriti e due auto distrutte.
Le pattuglie erano impegnate a sorvegliare un impianto di vigilanza. Fondamentale in una delle banlieue parigine maggiormente guastate dalla criminalità. Non lontano dall'aeroporto di Orly. L'assalto solo l'ultimo in ordine di tempo è scattato a un incrocio di Viry-Chatillon che da tempo viene preso di mira da bande di adolescenti che non accettano la presenza di una videocamera di sorveglianza; utile a smantellare i traffici di droga e le rapine a mano armata di cui la cittadina è vittima ormai da anni. Il 24 settembre, un'auto è stata usata come ariete, lanciata a tutta velocità contro il palo che sorregge l'impianto di vigilanza, completamente distrutto. Il congegno era stato ripristinato da poco, a scopo dissuasivo nei confronti di ladri e spacciatori che nel quartiere proliferano anche di giorno. «Abbiamo a che fare con degli assassini», ha spiegato il sindaco di Viry Jean-Marie Vilain (UDI). Commentando l'ennesimo episodio di violenza, il primo cittadino ha riacceso polemicamente i riflettori sull'intera banlieue, in particolare sulla adiacente «Grande-Borne», una città nella città fatta di vecchi edifici pensati negli Anni Sessanta; senza balconi, dove il verde è ridotto al minimo e il cemento nasconde i traffici. Un triangolo di case popolari considerate ad alto rischio che si propagano in 90 ettari per circa 3.600 alloggi. Lì vivono tra 15 e ventimila persone di 52 nazionalità diverse. Le due auto di pattuglia erano a guardia della videocamera intenti a raccogliere segnalazioni riferite proprio alla «Grande-Borne». Per il responsabile del sindacato di polizia Alliance, Claude Carillo, «si tratta di un quartiere estremamente difficile», ha detto a Bmftv, evocando per la prima volta anche la presenza di bande di stampo mafioso. Il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve, parla di atto di «estrema gravità», precisando che si sta facendo il possibile per assicurare i responsabili alla giustizia. Il bilancio è di quattro poliziotti feriti, due in modo gravissimo, due auto bruciate e completamente distrutte.
Ma a preoccupare le autorità sono i numeri del disagio sociale in questa zona: i disoccupati con età inferiore ai 25 anni superano il 50%. Un quarto degli abitanti è di origine straniera e spesso senza nessun contatto con la comunità nazionale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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