Parigi reagisce: guerra globale all'Isis

Deciso il pugno di ferro in Libia e Irak. Pronta una nuova offensiva

Parigi reagisce: guerra globale all'Isis

In Libia sono morti tre francesi dei corpi speciali in operazioni di intelligence. Le prime perdite confermate ufficialmente di militari europei nella guerra segreta contro i gruppi estremisti. Dopo la strage di Nizza il governo d'Oltralpe ha ordinato il pugno di ferro contro il terrorismo in tutte le sue missioni. Parigi mostra i muscoli anche in Irak annunciando che parteciperà con gli americani all'offensiva per liberare Mosul, la capitale irachena del Califfo.

Il presidente francese, Francois Hollande, ha confermato che in Libia «stiamo conducendo operazioni di intelligence pericolose». E aggiunto: «Tre dei nostri soldati, che sono stati coinvolti proprio in queste operazioni hanno perso la vita nel contesto di un incidente di elicottero». In realtà il velivolo di fabbricazione russa con a bordo i sottufficiali dei corpi speciali francesi sarebbe stato abbattuto domenica da un missile a spalla Sam 7. Le Brigate di difesa di Bengasi hanno rivendicato l'attacco ad est della città libica e accusano i francesi di «guidare gli attacchi aerei di caccia stranieri contro di noi». I corpi speciali di Parigi operano al fianco dell'esercito libico di Khalifa Haftar. Il discusso ex generale di Gheddafi, poi diventato suo oppositore, è impegnato da oltre un anno nella battaglia di Bengasi, oramai quasi completamente conquistata. Nella seconda città del paese e «capitale» della Cirenaica ha trovato una forte opposizione armata delle brigate di difesa composte da ex rivoluzionari anti Gheddafi e da gruppi vicini ad Al Qaida guidati da Ziyad Belaim, ex capo della sicurezza a Bengasi.

Dopo la morte dei tre francesi gli uomini di Belaim sono stati colpiti con un bombardamento mirato. «Erano caccia francesi e ci hanno bombardato per vendetta» sostengono i miliziani.

Un portavoce del governo di Parigi ha confermato la presenza dei corpi speciali in Libia, che operano da tempo dall'aeroporto di Benina, quartier generale di Haftar in Cirenaica. «Le forze speciali ci sono, naturalmente, per contribuire a garantire che la Francia sia presente ovunque nella lotta contro i terroristi», ha detto Stephane Le Foll.

Sirte, roccaforte dello Stato islamico in Libia, è circondata, ma le milizie di Misurata appoggiate dai corpi speciali inglesi esitano a dare la spallata finale. Un documento «confidenziale» dell'Onu trapelato nelle ultime ore lancia l'allarme per la caduta di Sirte. Nel documento presentato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si sottolinea che i seguaci del Califfo in Libia sono ancora fra 2000 e 5000 pronti ad infiltrarsi in piccoli gruppi operativi in Tunisia, Algeria, Egitto, Mali e Marocco. «Le pressioni che sono state esercitate di recente contro l'Is in Libia potrebbero spronare i suoi membri, compresi i combattenti stranieri, a delocalizzarsi e a raggrupparsi in cellule più piccole e più sparpagliate dal punto di vista geografico. Sul territorio libico così come su quello delle nazioni confinanti» ha dichiarato il segretario generale Ban ki-Moon. Non a caso il 14 luglio è stato sventato nel tranquillo Marocco, molto frequentato da imprenditori e turisti italiani, un attacco del terrore in grande stile. La cellula dello stato islamico annidata in diverse città stava per compiere attentati ad alberghi, luoghi frequentati da occidentali ed edifici della sicurezza con bombe chimiche.

Dopo la strage di Nizza i francesi continuano a bombardare in Irak. I caccia Mirage hanno colpito nella note fra lunedì e martedì, Tal Affar, città strategica in mano allo Stato islamico ad ovest di Mosul.

Il portavoce del governo francese, Stephane Le Foll, ha rivelato che il ministro della Difesa «Jean Yves Le Drian è a Washington e sta preparando con gli americani un attacco coordinato a Mosul». Nella capitale americana si sono incontrati i rappresentanti di 40 governi coalizzati contro lo Stato islamico.

Il Pentagono ha annunciato l'invio di 560 militari americani, che prenderanno posizione nell'aeroporto militare di Al Qayara, oltre il fiume Tigri conquistato la scorsa settimana dall'esercito iracheno.

Il primo passo importante dell'offensiva per liberare Mosul iniziata lo scorso marzo. Gli americani e forse gli alleati francesi trasformeranno la base, 80 chilometri a sud dalla capitale del Califfo, nel trampolino di lancio per l'avanzata verso Mosul che durerà tutto l'anno.

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