Parisi chiude la campagna col sostegno dei due leader

Staffetta Salvini-Berlusconi per il candidato di Milano Che attacca: «Grave lo schieramento del governo per Sala»

Chiara Campo

Milano Niente gran finale in piazza. «Non piove solo sul comizio del Pd ma anche sul nostro perché Dio è giusto» ha scherzato ieri il candidato sindaco del centrodestra a Milano Stefano Parisi. La manifestazione di chiusura della campagna elettorale era prevista all'aperto, oggi alle 18 in piazza Gae Aulenti, sotto i grattacieli di Porta Nuova e il Bosco Verticale. Il meteo ha imposto un cambio di programma: invece del comizio, a partire dalle 19 ci sarà una festa di chiusura aperta alla città nel locale dello store Replay, affacciato sempre su Gae Aulenti. Anche lo sfidante del Pd Beppe Sala ha dovuto trasferire la chiusura dalla Darsena a un locale in periferia, il «Fuorimano» in zona Bicocca. Per lui esibizioni dal vivo di Roberto Vecchioni (la moglie Daria Colombo guida la lista SinistraxMilano) e Paola Turci (la sorella è candidata nella lista civica di Sala). A festeggiare Parisi arriveranno invece il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e della Lega Matteo Salvini, ma niente fotografia della coalizione unita (almeno) per Parisi. Faranno staffetta. Salvini è atteso in piazza a Castellanza dopo le 21 quindi arriverà a inizio festa, Berlusconi alle 19 parteciperà a Ostia al comizio del candidato sindaco Alfio Marchini, poi volerà a Milano.

E a tre giorni dal voto ieri Parisi in versione coach ha scaldato i candidati del centrodestra: riunione «motivazionale» al cinema Odeon per il rush finale

. «Siamo messi veramente bene - ha garantito alla squadra -, possiamo farcela. Sicuramente andremo al ballottaggio e avremo bisogno di voi anche per i prossimi 15 giorni». Affondo sul premier e i ministri Pd: «Si sono ricordati di venire tutti a Milano solo in questi giorni, questo schieramento netto del governo a favore di Sala è molto grave, come è grave che facciano critiche alla mia coalizione, c'è un uso spregiudicato delle istituzioni che non ho mai visto in tanti anni a Palazzo Chigi, lo avesse fatto Berlusconi avrebbero gridato allo scandalo». E dando per scontato l'esito del voto domanda: «Come ricostruiremo un rapporto normale il 20 giugno quando sarò sindaco?». Renzi ha annunciato banchetti il 16 giugno, a tre giorni dal ballottaggio, per festeggiare la scomparsa di Imu e Tasi sulla prima casa. «Sono tasse locali che vengono decise a Roma, come possono stare zitti i sindaci e candidati del Pd?» si scalda Parisi.

A candidati e militanti il manager del centrodestra ha dettato i temi per convincere gli indecisi nel rush finale prima del voto. Famiglia, sicurezza, lavoro. Anche sul tema delle multe «non si tratta di essere populisti, ma la giunta Pisapia le ha triplicate e non riesce nemmeno a riscuoterle, rischiamo di trovare un grande buco di Bilancio». Ridimensiona il ruolo dell'ex commissario Expo: «Basta con questa storia del grande evento, ha organizzato una fiera come avrebbero fatto mille altri manager, magari con qualche fila in meno.

E Milano era una città internazionale anche prima, non lo è diventata con la visita di Michelle Obama». Chiude con il tema immigrazione e sicurezza: «Chi butta benzina sul fuoco non siamo noi ma la sinistra che chiude gli occhi sulle occupazioni abusive o minimizza l'emergenza citando le statistiche».

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