Milano - Il teatro Parenti, che è quello anche della Milano radical chic, è pieno come un uovo mentre Stefano Parisi all'ora di pranzo presenta il nuovo partito. «Ma è uguale a prima!», urla qualcuno mentre due valletti svelano il simbolo di «Energie per l'Italia» dove4 baluginano le consuete lampadine verde, bianca e rossa. A chiudere il cerchio, però, si legge in bello stampatello Stefano Parisi. Un partito personalistico dopo anni di polemiche a destra e a sinistra?
Lo stile è quello ed è forte il primo messaggio lanciato dall'ex manager, durante un discorso programmatico in dieci punti lungo cinquantanove minuti. Conclude duro e puro: «Al centrodestra chiederemo coerenza. Noi non vogliamo tradire il mandato elettorale e non vogliamo stare con chi già ora pensa di volerlo tradire. Altrimenti siamo pronti a correre da soli». Insiste sulla netta collocazione nel centrodestra, senza quelli che un tempo lontano si chiamavano inciuci e adesso sono in cerca di nuova personalità.
In realtà in platea e sul palco le personalità arrivano da storie diverse: c'è il democristiano Ivo Tarolli e il radicale Giovanni Negri, il leghista Armando Siri, il figlio dell'esecutore testamentario di don Luigi Sturzo, Giovanni Paladino, e poi Oscar Giannino, Roberto Formigoni, Matteo Forte, Raffaele Cattaneo, gli ex sindaci Gabriele Albertini e Paolo Pillitteri. Ad ascoltare, seduti in poltrona, non mancano personalità che arrivano dal mondo della sinistra, soprattutto socialista. È Negri a parlarne: «C'è tanta sinistra in crisi, pensate in che drammi sono. Ho amici disperati che hanno letto Marx e ora devono incoronare Piero Grasso».
In questo clima Parisi annuncia che in Regione Lombardia è nato un nuovo gruppo, grazie a un esule da Lombardia popolare e due da Forza Italia. Presto la parte di Ap che si riconosce nell'alleanza con il centrodestra si federerà con il gruppo di Parisi. Anche se poi è lo stesso Cattaneo, presidente del consiglio regionale e e leader dell'ala destra, a sottolineare: «C'è bisogno di federatori e non di gente che dice: l'unica strada è venire tutti da me». Esprime malumore Gianfranco Rotondi («La minaccia di Parisi di correre da solo ci getta nello sconforto più totale», ironizza il leader di Rivoluzione cristiana). .
«Rimettere in moto l'ascensore sociale» e «spazzare via la cultura anticapitalistica» sono la sintesi del suo programma politico, perché «il problema non sono le diseguaglianze ma la stagnazione». E allora: niente pensioni agli anziani, ma la possibilità di lavorare oltre i 67 anni senza pagare tasse e contributi. Niente stipendio ai giovani poveri ma incentivi a chi guadagna poco: ogni due euro, uno lo aggiunge lo Stato. Liberarsi dal debito pubblico con tagli del personale e della spesa. Flat tax con due aliquote.
Abbassare le aliquote sui redditi più alti, ai quali però far pagare la sanità. Nuovo codice degli appalti con abolizione dell'Anac.Infine, anzi prima di tutto, fare del Sud una zona fiscale franca. «Urge un negoziato con l'Ue».
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