Renzi: "Non lasciamo la battaglia del coprifuoco a Salvini"

L'ex premier si dice certo che il leader del Carroccio non uscirà dalla maggioranza: "La lezione dell'estate 2019 gli è bastata e avanzata"

Renzi: "Non lasciamo la battaglia del coprifuoco a Salvini"

Da una parte critica il coprifuoco e ne approfitta per tirare una stoccata a Matteo Salvini, dall'altra esalta il Piano nazionale di ripresa e resilienza e coglie l'occasione per autocelebrarsi e difendere il suo operato, ovvero in parole povere la spallata definitiva inferta al governo Conte II: è un Matteo Renzi che rispetta il suo solito copione, quello che scrive nella Enews del sito che porta il suo nome.

Non lasciare solo a Salvini la guerra al coprifuoco

"Io la penso come Stefano Bonaccini: è ovvio che vada rivisto il coprifuoco delle 22. Lo sanno tutti e privatamente lo dicono tutti. Così non ha senso. Dunque, nei prossimi giorni il coprifuoco andrà tolto o l'orario prolungato", spiega sul portale l'ex segretario del Partito democratico. L'intenzione di Renzi, come candidamente dallo stesso ammesso, non è solo quella di ampliare l'ora d'aria da concedere agli italiani, ma anche quella di non lasciare le luci della ribalta sul tema a Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva organizzato una raccolta firme per chiedere al governo una maggiore incisività delle misure relative alla riapertura. "Regalare questa battaglia a Salvini, a mio giudizio, è un errore politico di quelle forze di maggioranza che, sognando, immaginano un Papeete2. Pensano, cioè, che - provocandolo sul coprifuoco - Salvini cada nel tranello e reagisca d'impulso, uscendo dalla maggioranza". Non si inganni, dunque, neppure l'attuale segretario Dem Enrico Letta, proprio quello dello "stai tranquillo" che riecheggia ancora nelle orecchie degli italiani e, immaginiamo, anche in quelle del diretto interessato. Letta aveva infatti bacchettato Salvini per il mancato voto sul Dl Covid relativo alle riaperture e per la raccolta firme, invitandolo, se non concorde con la maggioranza di governo, a levare le tende.

Nessun pericolo, ironizza comunque Renzi. Salvini non uscirà dall'esecutivo: "Non ci pensa neppure, la lezione dell'estate 2019 gli è bastata e avanzata. Dunque, io ho un modesto suggerimento rivolto a tutti", spiega il fine stratega fiorentino. "Evitiamo la guerra degli orari, recuperiamo il buon senso e continuiamo sulla strada delle vaccinazioni e delle riaperture: dove si è vaccinato di più, da Israele agli Stati Uniti, già si è tornati a vivere. E lavoriamo insieme per l'Italia senza polemiche di parte. Che dite? Sono un ingenuo ottimista".

La spallata a Giuseppi

Perché non trovare uno spazio del discorso da dedicare ai meriti di Italia Viva? Dopotutto senza la giravolta dei suoi, magari, Giuseppi sarebbe ancora in sella. Lo stesso premier che aveva osato non ascoltarlo sulla gestione dei servizi segreti italiani, quella dei fondi del Recovery Fund ed il cosiddetto Mes sanitario. Pretesto o reale motivazione? Non ha senso rivangare il passato per l'ex sindaco di Firenze, che guarda agli aspetti positivi prodotti dal terremoto da lui scatenato in piena pandemia.

"Il Pnrr di Mario Draghi ha un'anima e una visione. Anima e visione che prima non c'erano. Punto. Questa è la differenza più grande rispetto all'esecutivo precedente e alle polemiche del mese di dicembre 2020". È un Renzi spiritualista, quindi, che rivendica l'importanza del colpo di grazia inferto a Giuseppi, senza il quale oggi il Paese non avrebbe questa 'grande opportunità'.

E poco importa se per ottenerla l'ex premier si è dovuto "sacrificare", subendo attacchi da ogni dove: "Valeva la pena subire tutte le polemiche che abbiamo subito per cambiare premier?', io rispondo: 'Non importa leggere i giornali internazionali, basta leggere il Pnrr e vi accorgerete da soli perché la risposta è affermativà. I soldi dei nostri figli sono finalmente in buone mani. Oggi, intorno alle 18.45, intervengo su questo tema in Senato a nome di Italia Viva", conclude Renzi.

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