Parte la caccia agli elettori grillini: una sfida in salita per mister Expo

Milano Secondo round. Beppe Sala apre la campagna per il ballottaggio cambiando l'ordine delle priorità. Al primo turno partiva dalle periferie ora cita lavoro («la prima in assoluto, per i giovani e gli over 50 disoccupati»), mobilità sostenibile e ancora periferie. E il candidato sindaco del Pd a Milano promette una giunta «più snella, che prenda decisioni in modo più rapido e costi meno». E presenza sul territorio («non mi incatenerò a Palazzo Marino»). Su questi temi è convinto di trovare «molti più punti di convergenza del centrodestra con le liste escluse», ha già chiamato ieri il Radicale Marco Cappato (10mila voti) e Basilio Rizzo (19mila) che ha rappresentato la sinistra-sinistra con «Milano in Comune». Lo sfidante Stefano Parisi rilancia con il suo programma che «vuole portare sviluppo e lavoro» a Milano, «tutti temi che possono destare interesse a chiunque non abbia il pregiudizio di dire: non posso perché è un programma di centrodestra. Credo che sia riformista e chiunque voglia vederlo con un occhio onesto può sentirsi a proprio agio nel votarlo». D'altronde ha aggiunto ieri «credo ci sia molta gente di centrosinistra che ha votato me» al primo turno. Cappato apre le consultazioni con entrambi, «puntiamo a un collegamento del simbolo dei Radicali a Sala o Parisi, useremo i prossimi giorni per un conquistare un accordo formale». Rizzo finirà per fare un patto con mr Expo anche se per ora non si sbilancia. Al di là di una «improbabile dichiarazione di voto per Sala» sostiene che «se voleva sfondare verso il centro non ci è riuscito». Ora «vedremo con attenzione come saranno trattati nei prossimi giorni i temi per noi prioritari come attenzione alle periferie, qualità della vita cittadina e aziende municipali e poi decideremo insieme ai nostri elettori».

Fuori dalle chiacchiere. Sala e Parisi puntano ai voti del Movimento 5 Stelle, un pacchetto che pesa 58mila voti e può determinare il match. Gianluca Corrado ha incassato il 10% dei voti che gli varranno tre o quattro poltrone in aula (nel 2011 si piazzò solo un grillino). Ieri ha ribadito che al ballottaggio annullerà la scheda («scriverò Beppe Grillo o il mio nome») e non darà indicazioni di voto. «Io ho lanciato due temi: la trasparenza e il destino dello scalo Farini, che vogliamo diventi un parco.

Sta ai due candidati interessarsi di questi argomenti o non farlo». Parisi ha già promesso un parco modello Central Park a Farini. I grillini sono stati «No Expo» e in campagna hanno presentato ricorso al Tar per bloccare la corsa di Sala. Non sono buone premesse per il Pd.

ChiCa

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