Roma - Il 2018 sarà l'anno dell'Ape volontaria. Cioè del primo piccolo colpo ai rigidi requisiti della riforma Fornero, con la possibilità per circa 415mila lavoratori di anticipare la pensione fino a tre anni e 7 mesi attraverso un prestito oneroso. Ma per l'esordio dell'anticipo pensionistico, quindi per l'invio delle prime domande, bisognerà aspettare aprile. Mancano i pareri delle authority competenti e ancora non ci sono le informazioni fondamentali: il tasso di interesse applicato dalle banche e il costo dell'assicurazione.
L'Ape, in sintesi, è una sperimentazione sulla base della quale nel 2018 si dà la possibilità ad alcuni lavoratori di anticipare la pensione rispetto ai requisiti di età in vigore, fino ad un massimo tre anni e sette mesi. A differenza dell'Ape social - riservata ad alcune categorie e gratuita - la versione volontaria vale per tutti i lavoratori iscritti all'Inps (esclusi i professionisti che aderiscono a casse private). Unici requisiti, avere almeno 63 anni di età. Cioè avere il diritto alla pensione entro tre anni e sette mesi. Poi, 20 anni di contributi, un importo della pensione teorica pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo e non avere un'altra pensione.
L'anticipo non è gratuito e si basa su un prestito oneroso. Le banche anticipano una cifra vicina all'assegno pieno della pensione. Il lavoratore intasca subito il finanziamento che poi restituirà a rate per 20 anni, quindi fino a quando non avrà 87 anni, pagando anche un tasso di interesse. Il prestito è aggravato anche dal pagamento di un premio assicurativo, una polizza che scatta in caso di morte del pensionato.
L'Ape volontaria - aspetto poco conosciuto - è un finanziamento vero e proprio, oltre che uno strumento per anticipare la pensione. Il lavoratore che ha i requisiti può anche chiederlo, intascare il prestito e non ritirarsi dal lavoro. Potrebbe, insomma, diventare una sorta di prestito a vantaggio dei lavoratori più anziani, ai quali magari in condizioni normali non vengono concessi finanziamenti.
Il governo aveva annunciato il via all'inizio dell'anno, ma non sarà così. L'Abi (l'associazione delle banche) e l'Ania (l'associazione delle compagnie assicurazioni) hanno siglato con l'esecutivo delle bozze di accordo nelle quali si definiscono, tra le altre cose, i criteri di calcolo degli interessi e del premio. Ma ancora manca il parere del Garante della privacy, dell'Antitrust e anche dell'AgId, l'agenzia del digitale, interpellata perché le domande dovranno arrivare online sul sito dell'Inps e i cittadini dovranno richiedere Spid, l'identità digitale.
Entro febbraio si dovrebbero conoscere i primi dettagli sul costo dell'Ape volontaria. Il tasso di interesse è fisso per il singolo lavoratore, ma varierà ogni due anni. Nei mesi scorsi era stato ipotizzato un 2,7 per cento, al quale va aggiunto il costo della polizza. Un premio che sarà pagato una tantum e farà parte della somma anticipata dalla banche.
Se l'anticipo è di 20mila euro, ad esempio, il prestito potrebbe essere sui 22mila euro, comprendendo il costo dell'assicurazione. Da restituire con un interesse che alla fine potrebbe superare i 5mila euro. Nessun regalo.
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