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Parti sociali già divise: sulla legge di Bilancio è tutti contro tutti

PIl oltre il 6%, ma inflazione e spread salgono. ConfCommercio e coop criticano Orlando.

Parti sociali già divise: sulla legge di Bilancio è tutti contro tutti

Il rimbalzo del Pil e le divisioni delle parti sociali rendono meno impervio il percorso della legge di Bilancio 2022. La ripresa economica, trainata dalle riaperture facilitate dal governo Draghi, è infatti consistente. La stima Istat del terzo trimestre (luglio-settembre) ieri ha indicato un +2,6% sul trimestre precedente che porta il dato acquisito per il 2021 (cioè con variazione nulla nel trimestre in corso) a +6,1%, una circostanza confermata dal ministero dell'Economia, che ha confermato per una crescita superiore al 6% indicato nella Nadef.


Preoccupa, tuttavia, il rimbalzo dell'inflazione che a ottobre si è attestata al +2,9% su base annua (+0,6% su base mensile), valore più elevato dal 2012 e minaccia principale alla ripartenza dei consumi visto che la crescita delle retribuzioni è modesta (+0,6% annuo nei primi nove mesi del 2021). Timori che si sono traslati anche sullo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi, che ieri ha superato quota 130 per la prima volta in dodici mesi per poi chiudere a 128.


Ecco, anche queste tematiche entrano di diritto nel dibattito sulla manovra ma in questa fase sembrano prevalere gli interessi di parte. L'emblema di questo stato di cose è lo stato confusionale del sindacato che, dopo aver trovato un'insolita compattezza sul tema pensioni e welfare, si è spaccato dopo che la Fiom ha proclamato un pacchetto di scioperi di 8 ore cogliendo in contropiede Cisl e Uil. Oggi, comunque, Landini, Sbarra e Bombardieri cercheranno di accordarsi: l'idea di fondo è fare pressing sulle commissioni parlamentari.


Irritato pure il terziario. La Confcommercio guidata da Carlo Sangalli, l'Alleanza delle Cooperative, Confesercenti e Federdistribuzione hanno chiesto un incontro urgentissimo con Draghi e con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, al fine di «individuare misure che possano mitigare l'impatto dei costi» derivanti dall'aumento dei contributi per finanziare i nuovi ammortizzatori sociali (vedi articolo nella pagina a fianco). Si chiede, inoltre, un periodo transitorio congruo per l'entrata a regime dei nuovi strumenti, accompagnato da idonee misure di riduzione strutturale del costo del lavoro, come pure un chiaro meccanismo di bonus-malus relativamente al rapporto tra contributi e prestazioni. Una circostanza lamentata pure dalla Uil ma sulla quale né gli altri sindacati né Confindustria hanno alzato la voce sebbene il presidente Carlo Bonomi (che oggi parlerà a Catanzaro) in passato si fosse lamentato per la potenziale onerosità.


Ma nelle ultime quarantotto ore Viale dell'Astronomia ha optato per un profilo basso senza entrare nel merito dei singoli provvedimenti ma invocando con il vicepresidente Orsini un sostanzioso taglio del cuneo fiscale. È molto probabile che anche gli imprenditori opteranno per un dialogo con le commissioni senza alzare i toni. D'altronde, la ripartizione degli 8 miliardi destinati al taglio delle tasse è ancora in divenire. L'unica certezza è data dallo stanziamento sul cui utilizzo il governo interverrà in sede di maxie-mendamento.

Confimea Imprese, che rappresenta oltre 260mila micro-pmi, ha invece chiesto una stretta sulla spending review per aumentare le risorse disponibili per il taglio delle tasse.

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