I movimenti che hanno animato le piazze per la Palestina ora vogliono cercare di sfruttare l'onda lunga delle manifestazioni per entrare in Parlamento. Presso il Nuovo Cinema Aquila di Roma si sono ritrovate le più coriacee sigle dell'antagonismo militante su convocazione di Potere al Popolo. Il motto? "Cambiamo tutto". Sono intervenuti gli studenti palestinesi, Usb, i portuali genovesi e hanno offerto il proprio appoggio anche Osa e Cambiare Rotta: l'intera galassia dei pro Pal. La nuova piattaforma prevede la collaborazione anche del Pci e di Rifondazione Comunista.
"Dai circa venticinque interventi è emersa con forza sia la necessità che la determinazione e la volontà di costruire un blocco politico e sociale autonomo e indipendente verso le elezioni del 2027", si legge nel comunicato successivo all'incontro di Roma, preludio dell'assemblea nazionale fissata per il prossimo 14 novembre. Si sta formando una piattaforma rossa che si va a posizionare a sinistra della sinistra parlamentare e che, secondo il sondaggista Antonio Noto, sentito da il Giornale, varrà circa l'1,5% se dovesse presentarsi realmente alle elezioni politiche del 2027. Un risultato che sarebbe pressoché in linea con i risultati del 2018, quando Potere al Popolo ottenne l'1,13% dei voti per la Camera e l'1,05% per il Senato.
In un tripudio di pugni chiusi sembra emergere uno scenario in cui le piazze pro Palestina sono state un partecipato test elettorale per una eventuale piattaforma di estrema sinistra intimamente legata ai temi storici e in aperto dissenso con i partiti dell'arco parlamentare, la Nato e l'Unione europea. "Oggi è necessario costruire una opposizione alle ambiguità di una classe politica inadeguata e guerrafondaia, che da tempo ha abbandonato gli interessi popolari" ed è "silente o complice di fronte al genocidio il Palestina perpetrato dallo Stato Terrorista d'Israele con il supporto dell'Occidente", si legge nel comunicato. La Palestina come capitale politico di piattaforma, forse il suo "collante" più forte, che viene esplicitato da Potere al Popolo, quando dichiara che "l'enorme mobilitazione sulla Palestina non è stata solo un grande esempio di solidarietà internazionalista" ma "è stata una grande mobilitazione contro il governo Meloni che ha agito in complicità con il genocidio".
"Le piazze delle ultime settimane, che hanno riportato per le strade del Paese milioni di persone, hanno inoltre confermato l'esistenza di un vuoto politico che il campo largo non è in grado di riempire e che anzi rafforza l'esigenza di costruire un'alternativa politica autonoma e indipendente a partire dal 2027", è l'eco di Cambiare Rotta, nata come organizzazione studentesca di stampo dichiaratamente comunista, che dopo aver colonizzato le scuole e le università sfruttando i temi più caldi del momento per proselitismo, partendo da Alfredo Cospito (dimenticato dai "compagni") e arrivando alla Palestina, ora si inserisce nella piattaforma politica rossa in vista del 2027, aprendo a un problema di opportunità per la sua capillare presenza in ambito scolastico.
Il primo test, dopo quello fallito dall'estrema sinistra con Toscana Rossa, sarà in Campania, dove Potere al Popolo ha presentato la propria lista "Campania Popolare Giuliano Granato Presidente" per le Regionali. Un esperimento che si ripete dopo il Lazio 2018, quando il partito raccolse meno dell'1,5%.
A sostenere ufficialmente nel simbolo la lista di Granato, oltre a PaP, ci sono il Pci e Rifondazione Comunista in un tripudio di falci e martelli su sfondo rosso. La lista è ancora in attesa del via libera definitivo da parte delle commissioni elettorali.