Roberto De Mattei, esperto di Storia del Cristianesimo e di Storia Moderna e principale firma del sito Corrispondenza Romana, ne è sicuro: il "partito di papa Bergoglio", quello unioneuropeista e favorevole, sempre e comunque, all'accoglienza dei migranti, è destinato a essere sconfitto. A riportare il pensiero del professore è stata l'Adnkronos.
Da settimane si vocifera della nascita di un "partito dei cattolici", sponsorizzato da alcuni vescovi italiani e promosso - pare - dalle realtà associative cattoliche più progressiste, come la Comunità di Sant'Egidio. L'operazione è complicata e sul tavolo c'è più di un'ipotesi: è più probabile che, alla fine, venga istituito un forum civico. Questa è la soluzione individuata dal cardinal Gualtiero Bassetti. Ma per De Mattei, una formazione di questo tipo, comunque vada, non andrà lontano: "Populismo chiama populismo - ha dichiarato all'agenzia citata - e il risultato è che il 'partitò dei vescovi in gestazione', che poi sullo sfondo è il 'partito bergogliano', è destinato a perdere".
L'analisi prosegue, centrando il fatto che questa realtà politica sarebbe - così come è pacifico per i sovranisti - ascrivibile al populismo. Solo che, in questa circostanza specifica, parleremmo di un populismo di sinistra: "Il partito dei vescovi, o bergogliano - ha continuato De Mattei - , è in sostanza il partito dei migranti a sua volta populista, ma di un populismo di sinistra, alternativo al populismo attuale". La pastorale di Bergoglio - questo è deducibile leggendo la riflessione - è per De Mattei la vera fonte ispiratrice del simbolo che potrebbe presto comparire sulle schede elettorali. Non è la prima volta, del resto, che il pensiero del Santo Padre viene accostato a quelle che vengono definite "istanze migrazioniste".
Padre Antonio Spadaro, in queste settimane, ha pubblicato su La Civiltà Cattolica quello che
sembrerebbe un vero e proprio manifesto idealistico. La Chiesa cattolica si prepara a occupare uno spazio sulla scacchiera politica del Belpaese, ma per De Mattei quest'operazione, presunta o meno, non avrà alcun successo.
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