"Io ho aspettato 50 anni, se aspettano 18 anni che male c'è?". Alessandro Gracis è l'avvocato che ha legato il suo nome alla sentenza 15138 della Corte di Cassazione del 2015 Corte che ha stabilito il cambio di sesso all'anagrafe indipendentemente dall'operazione chirurgica. Lui stesso ha aspettato fino al luglio del 2012 per diventare una "lei" come si è sempre percepita, pur senza mai cambiare sesso all'anagrafe per "salvare" il suo matrimonio, dopo aver aiutato una cinquantina di persone a sconfiggere la "disforia di genere" che inchioda una persona in un corpo che non le appartiene. Sui giornali si parla del 13enne a cui il tribunale ha assecondato il cambio di sesso e rettificato l'atto di nascita, riconoscendogli di aver compreso la delicatezza del percorso. "Serve prudenza nei confronti dei minori, è giusto aspettare fino alla maggiore età prima dell'intervento chirurgico e di un percorso ormonale irreversibile. È una strada senza ritorno e ci sono stati molti errori".
La disforia di genere esiste o è una moda? Qualcuno ha ammesso di essersi pentito dell'operazione.
"Guardi, ormai non serve più l'ok del tribunale all'operazione, come recentemente ha sancito la Corte costituzionale. È giusto limitare l'uso di questi farmaci come la triptorelina, che portano alla sospensione dello sviluppo puberale. Oggi grazie a me puoi cambiare sesso senza operazione e senza cure ormonali irreversibili".
Ma è possibile? Ed è giusto?
"Ci sono dei casi in cui la disforia è talmente prevaricante che può portare anche ad atti di autolesionismo. Io non sono d'accordo a intervenire chirurgicamente prima della maggiore età, per alcuni serve a una pacificazione tra il corpo e la mente, ma esistono percorsi assistiti per questi pazienti in età pediatrica. Certo che questi ragazzi devono essere seguitissimi".
Nel ddl Zan, partendo dalla "sua" sentenza del 2015 si era allargato il ragionamento a una identità sessuale percepita che non era più binaria, maschio-femmina, ma a una "n" varietà di generi.
"Io mi rifaccio alla Costituzione, sono giurista e devo dire che lo Stato finalmente, dopo la legge 164 del 1982, mi ha dato la possibilità di cambiare sesso. Ma i generi sono due, non sono tre. Se uno vuole diventare un gatto lo Stato non può assecondare questa sua volontà".
La sua carta d'identità recita Alessandro, lei si sente Alessandra...
"Sono pacificata, anche senza cambio all'anagrafe. Ho fatto l'intervento negli Stati Uniti, ho speso 20mila euro per l'operazione e altrettanti per il mese in cui ho vissuto lì. In Italia manca un centro di eccellenza per gli interventi di cambio di sesso, l'operazione di cambio di sesso è multidisciplinare che richiede una equipe e una miriadi di professionalità e questo è certamente un problema. Ci sono stati tante operazioni di cambio sesso disastrose Volevo farlo in Veneto, mi è stato detto: non possiamo diventare la Casablanca d'Italia. Ma così si sottrae un diritto agli italiani che vivono questo dissidio tra corpo e mente, sancito da una legge del 1992".
Di quanti casi parliamo?
"Più di cento persone l'anno ci chiedono di cambiare sesso. Purtroppo l'Italia non è in grado di aiutarle fino in fondo".