Coronavirus

Passeggiate, Cig e burocrazia: il centrodestra inchioda Conte

Il premier ha incontrato le opposizioni a palazzo Chigi: nelle due ore e mezzo di faccia a faccia i vertici del centrodestra hanno sferzato il governo su alcune misure adottate

Passeggiate, Cig e burocrazia: il centrodestra inchioda Conte

Sono state due ore e mezzo di confronto serrato. Si è consumato nella mattinata il faccia a faccia a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l'opposizione di centrodestra, con Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini.

Il centrodestra ha inchiodato il governo e il suo premier su alcune delle misure adottate dall’esecutivo giallorosso stesso in materia di emergenza sanitaria ed economica causata dalla pandemia di coronavirus. Temi caldi il nodo delle passeggiate – e sostanzialmente la gaffe e il passo indietro del ministero dell’Interno di Luciana Lamorgese –, la questione cassa integrazione, bonus, sussidi e l'ostacolo burocrazia.

I miliardi che mancano nel decreto di aprile

Nel corso del summit, il sedicente avvocato del popolo avrebbe rimproverato il capo politico della Lega, chiedendogli maggiore responsabilità sui social. Dunque, rivolgendosi anche a Meloni e Tajani, il premier avrebbe chiesto al centrodestra nel suo complesso di collaborare ala stesura del prossimo provvedimento anti Covid-19 di aprile, che dovrebbe prevedere ulteriori 25 miliardi di euro per tamponare l'emergenza economica. E su questo fronte le opposizioni hanno incalzato Conte, per sapere a quanto ammonterà il decreto di aprile: "Abbiamo proposto un piano di almeno 100 miliardi di euro. Lo Stato deve fin da subito garantire le banche, affinché possano fare prestito ponte alle imprese subito e garantire anche il pagamento della Cig. Il governo ci ha detto che ci sarà un decreto ma non c'è una cifra", le parole a tal proposito del numero due azzurro Tajani.

La confusione sulle passeggiate

"Ci siamo permessi di dire al presidente del Consiglio che le circolari del ministero dell'Interno, che parlano di 'passeggiate condominiali' non aiutano alla soluzione del problema". Così Matteo Salvini, dopo l'incontro del centrodestra con il premier Giuseppe Conte, ragguaglia i giornalisti circa uno degli appunti avanzati dall’asse Lega-FdI-FI alla maggioranza.

Il nodo cassa integrazione

Sul versante del mercato del lavoro, il centrodestra ha inchiodato il governo sul versante spinoso della cassa integrazione, pretendendo di sapere con certezze le tempistiche dell’accredito della Cig. Il tutto proponendo all’esecutivo di togliere l’obbligo di contrattazione con i sindacati.

Inps in tilt

Già, perché poi c’è il problema della piattaforma dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, andato in titl e per molti utenti resosi inutilizzabile, a causa del boom di richieste sia della Cig che del bonus baby sitter. Cosa che avrebbe fatto scontrare Conte e il suo ex vicepremier, che ha poi dichiarato: "C'è stato un ascolto non solo delle proposte del centrodestra, ma il grido di aiuto che arriva dall'Italia. Segnalare che il sito dell'Inps è in tilt non significa alimentare le tensioni ma segnalare un problema che c'è prevedibile che migliaia di italiani oggi andassero sul sito dell'Inps e ci si immagina che la seconda potenza industriale d'Europa sia pronta…".

Emergenza Sanità

Al centro del confronto anche il Sistema sanitario nazionale e il centrodestra ha posto l’accanto sulla situazione critica negli ospedali del Belpaese: "Abbiamo detto al premier Conte che mancano le mascherine e i camici, specialmente negli ospedali del Sud. Ma mancano anche le bombole ad ossigeno. Ci dicono che ci sia addirittura un mercato nero delle bombole", racconta Tajani.

Basta burocrazia

Ultimo, ma non per importanza, la montagna italica e insormontabile – basta guardare i problemi del sito Inps – rappresentato dalla farraginosa macchina della nostra burocrazia. "La burocrazia la buttiamo nel cestino: diamo a chi lavora la libertà di fare, di intraprendere, di costruire. Non rompiamo le scatole a chi in questa fase emergenziale prova a restare in piedi: basta vincoli come gli Usa, il tetto al contante o lo stato guardone che ti entra nei conti correnti. Togliamo tutto e lanciamo un messaggio chiaro alle aziende.

Perché rischiamo la desertificazione del sistema produttivo e non lo possiamo permettere", ha affondato il colpo Giorgia Meloni.

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