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Pasticcio sul reddito di cittadinanza: niente "multa" per chi rifiuta un lavoro

Ferma al palo la decurtazione per il rifiuto di un'offerta congrua: il taglio di 5 euro non si è ancora materializzato

Pasticcio sul reddito di cittadinanza: niente "multa" per chi rifiuta un lavoro

Porre un freno all'uso indiscriminato del reddito di cittadinanza, mettendo una serie di paletti nei confronti di chi rifiuta un'offerta di lavoro. È questa l'intenzione del governo, che ha previsto un decalage mensile di 5 euro per ciascun mese a partire dal mese successivo a quello in cui si è eventualmente rifiutata un'offerta ritenuta congrua. Il problema è che le "multe" sono ancora ferme al palo, non hanno trovato attuazione pratica e così l'intervento non può essere considerato efficace.

Il pasticcio

L'intervento studiato avrebbe dovuto iniziare a mostrare i suoi primi effetti a partire da gennaio 2022, ma fino a questo momento c'è solo l'ombra: Il Messaggero riferisce che dall'Inps fanno sapere che il taglio di 5 euro non si è ancora materializzato. Il motivo? In diversi casi le offerte di lavoro non vengono tracciate e, di conseguenza, i rifiuti difficilmente emergono.

Ma c'è altro: i centri per l'impiego tardano a comunicare all'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro i nomi dei percettori che dicono "no" al lavoro. Le misure non hanno ancora avuto l'impatto sperato. Anzi, Il Messaggero parla del pasticcio per gli importi aumentati: "Oggi i percettori del sussidio ricevono in media 585 euro al mese, mentre nel 2021 l'asticella si fermava a quota 577 euro".

Le misure del governo

I numeri negativi sul reddito di cittadinanza hanno spinto il governo a partorire una serie di modifiche al piano originale con l'obiettivo di incentivare i beneficiari a cercare lavoro. Ad esempio si era parlato della revoca del sussidio al secondo rifiuto (anzichè tre come in precedenza) e della riduzione da 100 a 80 chilometri della distanza massima dalla residenza del beneficiario. Il tutto puntando molto sulla partecipazione periodica ad attività e colloqui in presenza.

Non solo regole più stringenti. Da poco ha preso il via il protocollo tra Inps e ministero della Giustizia contro i furbetti del reddito di cittadinanza: previsto lo scambio delle informazioni per verificare la concessione e la revoca del beneficio, in sostanza controlli incrociati sui percettori del sussidio. Viene garantito che lo scambio delle informazioni avviene nel totale rispetto della normativa sulla privacy. Sarà possibile verificare l'esistenza nel sistema del casellario centrale di condanne con sentenza passata in giudicato da meno di 10 anni.

Per Pasquale Tridico si tratta di un "significativo passo in avanti verso maggiori controlli automatizzati per lìerogazione del reddito di cittadinanza a chi ne ha diritto".

Il presidente ha dichiarato che il potenziamento delle verifiche e dell'interoperabilità delle banche dati su tutte le prestazioni sono "una priorità dell'Istituto, per garantire i cittadini e gli interessi del Paese".

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