Il centrosinistra toscano ha preso una bella "sbandata". Il presidente Eugenio Giani è andato in soccorso della sua fedelissima Cristina Manetti, fermata dalla polizia stradale per aver imboccato la corsia d'emergenza a Sesto Fiorentino.
È quanto risulta dalla risposta arrivata dal Viminale a un'interrogazione parlamentare presentata dalla deputata di Fratelli d'Italia Chiara La Porta. Tutto avviene il 13 ottobre, proprio nel giorno degli scrutini delle elezioni Regionali, quando Manetti viene fermata da una pattuglia della polizia stradale di Montecatini Terme che la sanziona con una multa da 430 euro, la decurtazione di 10 punti dalla patente e la sospensione della patente per un periodo da 2 a 6 mesi su cui dovrà decidere il prefetto. Manetti, a quel punto, chiede ai vigili di chiamare un'ambulanza perché colpita da un malore causato da un abbassamento della pressione. E, fin qui, non ci sarebbe nulla di strano. Anzi, secondo Manetti, ci sono persino i presupposti per un ricorso. Dal verbale della polizia stradale, però, risulta che poco dopo non arriva solo l'ambulanza, ma anche il presidente della Regione Giani insieme al consigliere Alessio Spinelli per chiedere delucidazioni sul controllo effettuato dai vigili. Manetti, infatti, non è un politico di secondo piano ma l'attuale assessore alla Cultura ed ex capo di gabinetto del presidente nella scorsa legislatura. Sempre nella stessa giornata Manetti si è recata presso la prefettura di Firenze, accompagnata da Giani, per avere notizie sulla procedura riguardante il ricorso da presentare.
La Prefettura, il 23 ottobre scorso, ha formalizzato la sospensione della patente per due mesi e Manetti che, inizialmente aveva impugnato il provvedimento davanti al Giudice di Pace, lo scorso 10 novembre decide di pagare la multa e ritirare il ricorso. "Quanto accaduto è sicuramente inopportuno e Giani dovrebbe chiarire subito la natura del suo intervento. Perché se è vero che il suo attuale assessore alla Felicità, ha diritto a fare ricorso, è altrettanto vero che ha anche il dovere di essere trasparente di fronte ai cittadini", dichiara Alessandro Tomasi, ex candidato del centrodestra alla presidenza della Toscana e portavoce dell'opposizione in Consiglio regionale.
"La politica dovrebbe dare il buon esempio: in questa vicenda non solo non c'è niente di tutto questo ma manca anche quella sbandierata trasparenza messa al primo punto dell'accordo tra Pd e 5Stelle. Non ci devono essere tentativi di aprirsi delle vie preferenziali", sentenzia Tomasi.