Guerra in Ucraina

Patria, città, casa: i veri valori anti "bla-bla"

La guerra è una tragedia che insegna a capire le differenze senza tante retoriche sottigliezze. La differenza tra il necessario e il superfluo

Patria, città, casa: i veri valori anti "bla-bla"

La guerra è una tragedia che insegna a capire le differenze senza tante retoriche sottigliezze. La differenza tra il necessario e il superfluo. Ci eravamo abituati alle manifestazioni, ai cortei contro il benessere dell'Occidente che si riempie la pancia indifferente per le foche che stanno scomparendo e per i milligrammi di CO2 che inquinano l'aria. Che le foche vivano e si moltiplichino in un ambiente favorevole e che si annullino i veleni dell'aria, ma c'è altro per cui combattere e dedicare la vita. Gli eventi di questi ultimi giorni in Ucraina stanno devastando i nostri abituali modelli di pensiero, rompono consolidati criteri di riflessione: ascoltiamo le notizie per cercare di capire ciò che mai avremmo immaginato. Eppure accade, qualcosa accade su cui è impossibile rifiutarsi di riannodare i fili della storia. Ammetto di essere sempre sospettoso delle verità che con grande e invasiva comunicazione mi vengono trasmesse: è l'essenza del mio mestiere quello di cercare di capire oltre l'evidenza. Ma esistono immagini che rivelano una realtà immediata, incontestabile al di là di ogni interpretazione: sono quelle che mostrano la folla di giovani che raccoglie bottiglie per farne bombe molotov, la lunga fila di gente di ogni età davanti alle caserme in attesa di ricevere un fucile per difendersi dal nemico, le migliaia di persone che, messi alla bene meglio in salvo i propri familiari più fragili, ritornano per combattere per la propria terra. Sono persone che non si arrendono, che non accettano un mondo costruito da altri al di sopra della loro volontà.

La patria, la città, la casa: valori assoluti e concretissimi, che sono oltre e più importanti di astratte idee di libertà, di giustizia, di democrazia, certamente fondamentali ma senza quella potenza emotiva che afferra l'anima e porta fino al sacrificio della vita.

Combattere per la propria terra. Ci eravamo dimenticati che questo potesse accadere nel cuore del ricco Occidente: si discuteva, ci si divideva sugli accorati appelli di Greta Thunberg che, non a caso, incominciarono a diffondersi dalla Svezia, uno dei Paesi più democratici e ricchi d'Europa. E quanta ammirazione per le sue proteste all'Onu, per la sua abilità di mobilitare le folle in difesa del pianeta Terra dai soprusi provocati dal benessere, per i suoi bla-bla di scherno ai governanti della terra!

Ci eravamo dimenticati che esiste la guerra, che qualcuno la potesse scatenare e quale immenso disastro potesse provocare. Con questa tragedia davanti agli occhi, quale irrilevante bla-bla è quello di chi pretende la riduzione del CO2, l'abolizione della plastica, la difesa degli animali in via d'estinzione.

Ci eravamo dimenticati di cosa significasse davvero la pace con le sue opportunità di vita, e ci eravamo persi nei dettagli. La guerra ci fa aprire lo sguardo di fronte a una tragedia che non si trova raccontata nei libri di storia, perché è quella che i nostri vicini stanno vivendo. Allora, ci si accorge quale valore sia l'appartenenza alla propria terra, alla propria casa, che è alla base di ogni vera libertà; ci si accorge che non può esserci giustizia se si esce dal rifugio e si vede la propria casa sventrata da un missile, che non esiste democrazia se i bambini muoiono perché il loro asilo viene bombardato.

C'è stato il drammatico bisogno della guerra alle porte di casa per capire il necessario e il superfluo.

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