La patrimoniale abbatte le case: crollano i prezzi in dieci anni

L'Italia è l'unico Stato europeo dove i prezzi delle case continuano a scendere. È successo nel 2018, con un segno meno a fronte di un aumento medio nella zona euro di quattro punti percentuali e, a quanto pare, si sta ripetendo anche nell'anno in corso.

Un segnale è arrivato ieri con l'Indice provvisorio dei prezzi delle abitazioni elaborato dall'Istat. Nel primo trimestre dell'anno il valore delle abitazioni acquistate dalle famiglie è infatti diminuito dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dello 0,8% nei confronti dello stesso periodo del 2018. Rispetto alla media del 2010, primo anno dell'indice Istat, i prezzi delle abitazioni sono diminuiti del 17,2 per cento.

Il calo del primo trimestre, spiega l'Istat, si manifesta «in un contesto di crescita persistente dei volumi di compravendita». Più 8,8% l'incremento tendenziale registrato per il primo trimestre del 2019 dall'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate.

Sono quelle che Confedilizia ha definito le «compraSvendite immobiliari». In sintesi, le famiglie hanno evitato di vendere contando in un miglioramento del mercato, ma alla fine sono state costrette a disfarsi degli immobili, troppo costosi da mantenere.

La causa del crollo del valore del mattone italiano è la patrimoniale varata dal governo Monti, che l'associazione presieduta da Giorgio Spaziani Testa

chiede di «smontare» anche «per favorire una ripresa dei consumi e delle mille attività economiche collegate». Nonostante gli annunci «la patrimoniale è ancora lì, anche se la legge del 2011 definisce l'Imu sperimentale».