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Pd: "Auspicabile asse con M5S in Liguria per battere Toti"

I dem continuano a corteggiare i 5 Stelle. Per il vicesegretario nazionale del Pd, Andrea Orlando, sulle Regionali in Liguria è "auspicabile un'intesa Pd-M5s". L'obiettivo? Unire le forze per mandare a casa il governatore Giovanni Toti

Pd: "Auspicabile asse con M5S in Liguria per battere Toti"

Pd e Movimento 5 Stelle alleati anche in Liguria? Le Regionali si avvicinano anche a Genova e dintorni, non solo in Umbria (senza dimenticare le situazioni border-line di Emilia-Romagna e Calabria, dove pare ancora lontano l'accordo su di un candidato comune). Diversa la situazione in Liguria, dove dem e pentastellati sembrano avere seppellito gli antichi rancori nel nome dell'intesa a livello nazionale. Che ora potrebbe ripetersi anche a livello locale. Le due forze-cardine del governo Conte sono pronte a mettersi insieme per sfidare il nemico comune: Giovanni Toti. Il governatore ligure, fondatore del movimento Cambiamo, non sfonda nel Paese. Ma controlla un feudo che va, con poche eccezioni (non tutte di sinistra, vedi l'amico-nemico Claudio Scajola a Sanremo), da Ventimiglia a Sarzana. Una sottile ma importantissima striscia di terra, che si appoggia economicamente alle attività portuali. La sinistra, dopo gli smacchi del 2000 e del 2015, vuole finalmente riprendersi una delle sue roccaforti. Ma non sarà facile. Il dinamismo della giunta Toti, in particolare nei settori della logistica e della portualità, spaventa il Pd, che ormai non controlla nessuno dei quattro capoluoghi di provincia dopo le mazzate ricevute nel 2017 a Genova, La Spezia e Savona. Il centro-sinistra non basta.

Bisogna andare oltre. Lo ha capito anche il vicesegretario nazionale dem, Andrea Orlando. Sulla possibilità di un alleanza con i 5 Stelle per le Regionali 2020, l'ex ministro (spezzino) della Giustizia spiega: "Non so se è possibile ma è auspicabile. Qui siamo aiutati anche da battaglie comuni di opposizione contro una giunta regionale che ha fallito. Ma anche da un dialogo in questi mesi sviluppato a livello nazionale". Non solo sulla nomina del premier Conte, ma soprattutto sul tema delle infrastrutture. Storicamente, sulle grandi opere, il Pd e i 5 Stelle liguri sono sempre stati agli antipodi. Ora non più. Vedi, sottolinea Orlando, "la scelta di votare insieme la mozione che vedeva la maggior distanza tra le due forze politiche, la Gronda di Genova". Infatti, l'ultimo documento votato in questa materia dal governo prevede una parziale marcia indietro sulla realizzazione di una nuova autostrada a nord del capoluogo ligure. Infrastruttura che il leghista Edoardo Rixi ha definito "strategica".

Il no alla Gronda è il segnale di una possibile alleanza tra dem e pentastellati anche a livello locale. D'altronde, ammonisce Orlando, bisogna combattere una "destra che mostra segni di affanno per la prima volta". Ecco perché, ha aggiunto il vice di Zingaretti, "mi auguro che anche a fianco della discussione programmatica ,si possa sviluppare in Liguria un'iniziativa su alcune questioni. Prima i temi, poi il candidato", avverte Orlando, per il quale "l'alleanza non nasce da organigrammi, ma da un progetto e da una visione di cambiamento della regione". Insomma, l'intesa è possibile. Non molto tempo fa, anche la deputata dem - poi passata a Italia Viva - Raffaella Paita aveva pubblicamente sollevato il tema di un eventuale accordo con gli arci-rivali grillini. Chi, in questi anni, ha seguito i lavori del Consiglio regionale ligure, ricorda bene le liti continue tra Paita e il capogruppo 5s Alice Salvatore. Tutto dimenticato. Ora il nemico è un altro, cioè il fondatore di Cambiamo. Per litigare tra loro c'è sempre tempo..

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