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Il Pd delle sardine cancella le minoranze: ecco il "modello Bologna"

Spazio alla retorica delle sardine nel Pd di Bologna a discapito delle minoranze: una strategia che potrebbe essere esportata anche nelle altre città

Il Pd delle sardine cancella le minoranze: ecco il "modello Bologna"

Il Partito democratico è alla disperata ricerca di voti, la paura di soccombere alle prossime elezioni amministrative, che per molti sono lo specchio di quanto potrebbe accadere per le governative, fa tremare il Nazareno. Anche per questo motivo nella "rossa" Bologna si sta sperimentando una nuova conformazione includendo le sardine nel grande cerchio dem per la corsa a Palazzo Accursio. Tra le fila del Pd, come rivela Marco Antonellis su Tpi.it, c'è già chi si spinge a parlare di "modello Bologna" da esportare anche nelle altre città nel caso in cui l'esperimento dovesse avere successo.

Per fare spazio al pesciolino Mattia Santori nella lista del Partito democratico per le elezioni amministrative di Bologna, infatti, tra i candidati non ci saranno Alberto Aitini, vice sindaco uscente e Virginia Gieri. Due nomi forti, da sempre legati al Pd, che alle primarie hanno sostenuto la candidata Isabella Conti contro Matteo Lepore. Conti proviene dall'area renziana, pertanto sotto la torre degli Asinelli non gode di particolare stima da parte dei dem. Nei giorni scorsi qualcuno ha provato a sostenere la causa di Aitini e di Geri ma, come sottolinea Antonellis, a Bologna hanno fatto orecchie da mercante.

"A scendere in campo per Aitini erano scesi prima Andrea Marcucci e poi Alessandro Alfieri e Salvatore Margiotta", ha scritto Antonellis ma nemmeno il loro intervento ha sortito qualche effetto. Matteo Lepore ha tirato dritto, forte del sostegno di Enrico Letta, senza curarsi delle proteste. Piuttosto che tenere dentro Alberto Aitini e Virginia Gieri pare sia disposto a non far votare all'unanimità la sua lista all'assemblema comunale del suo partito. Questo atteggiamento, totalmente in favore delle sardine a costo di sacrificare nomi illustri del panorama rosso locale, sta delineando il tracciato del prossimo "modello Bologna".

"Via le minoranze e avanti con la retorica delle sardine in alleanza con il M5S. È lo stesso destino che aspetta a Roma gli oppositori di Enrico Letta?", si chiede il giornalista su Tpi.it dando voce a quanti, dopo la rivoluzione del capoluogo emiliano, si pongono la stessa domanda.

Intanto Bologna sarà il palcoscenico di lancio della piattaforma Agorà, che ufficialmente nasce per dar voce alla base, in puro stile M5s, ma per molti non è altro che un tentativo per rinviare il Congresso a data da destinarsi, in modo tale da rafforzare la componente lettiana a discapito di quella renziana, soprattutto in caso di debacle a ottobre.

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