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Pd e 5 Stelle: divorzio con proporzionale. E i dem pensano a una lista unica

Anche il segretario Letta si sta convincendo su una nuova legge elettorale. Così da potersi tenere le mani libere per le alleanze. Senza il M5S a tutti i costi

Pd e 5 Stelle: divorzio con proporzionale. E i dem pensano a una lista unica

Una legge elettorale proporzionale per essere indipendenti. E iniziare il percorso di allontanamento dal Movimento 5 Stelle con una separazione più indolore possibile. Perché più avanti, chissà, può sempre servire un’alleanza con i grillini. Ma magari cercando di ampliare il discorso con gli altri soggetti, quelli a sinistra, a partire da Articolo Uno di Roberto Speranza con una lista unica come punto di approdo.

Ostilità verso i 5 Stelle nei dem

Il Partito democratico ha sancito l’avvio di un nuovo percorso dopo le ultime tensioni con Giuseppe Conte. Anche il segretario Enrico Letta, tenace sostenitore dell’alleanza con il M5S, si sta convincendo che bisogna pensare a un piano diverso. A segnare un punto di rottura c’è stata la presenza del suo braccio destro, Marco Meloni, al seminario sula legge elettorale organizzato lunedì alla Camera da Left wing, l’ala capeggiata da Matteo Orfini e Fausto Raciti, che da sempre spinge per una riforma elettorale in senso proporzionale.

Un’operazione condotta insieme ad altre correnti del partito, come gli ex renziani di Base riformista, che oggi vedono nel ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, come punto di riferimento. Ma anche con la benedizione di Dario Franceschini. Una strategia pensata per tenersi le mani libere dall’abbraccio grillino e cercare le eventuali alleanze solo in Parlamento, in un secondo momento. Del resto proprio l’area di Orfini e gli ex renziani, come l’ex capogruppo al Senato, Andrea Marcucci, sono tra quelli più diffidenti, per non dire ostili, all’intesa con il Movimento. Le ultime prese di posizione dell'ex avvocato del popolo hanno poi allargato il solco, dall'invio delle armi all'Ucraina e al no al decreto Aiuti.

“Dall’incontro è emerso che il Pd si è compattato intorno alla formula del proporzionale”, spiegano fonti interne a Il Giornale. Insomma, anche Letta ha fatto un passo verso questo tipo di legge elettorale. “Del resto - ragionano ancora dal partito di Largo del Nazareno - Conte si è sempre detto favorevole a un ritorno al proporzionale puro”. Non a caso il Giuseppe Brescia del M5S, presidente della commissione Affari costituzionali, è primo firmatario della proposta, proporzionale, su cui si era registrata una certa convergenza.

Il nuovo campo largo

Ma un altro tassello si sta aggiungendo alle idee dem: l'allargamento dei confini della lista, aprendosi al dialogo con altri interlocutori, che si tratti di partiti o di rappresentanti della società civile. Il primi della lista resta Speranza, con cui Letta ha già scambiato convenevoli durante il congresso di Articolo Uno. La fusione tra i due soggetti è solo stata messa in stand-by. Ma da più parti si dà per scontata che alle elezioni saranno tutti nella stessa lista. Ci sono poi anche i socialisti a cui il Pd guarda con attenzione per limitare la dispersione alla propria sinistra e proporre comunque lo schema del “campo largo” seppure un modello proporzionale. Magari optando per candidature di un certo profilo, "purché radicate sul territorio".

C’è infine l’eterno confronto sulla società civile, con cui Letta vuole essere molto dialogante provando ad abbracciare la galassia ambientalista. Solo che Europa Verde, guidata da Angelo Bonelli, è oggi in sintonia con Sinistra italiana di Nicola Fratoianni, tanto da far prendere forma a un’alleanza rosso-verde alle Politiche. I dem vogliono anche puntare su altri profili. In Parlamento gli ecologisti contano anche sull’ex presidente di Legambiente, Rossella Muroni, oggi nel Misto con la componente FacciamoEco, che vanta molti estimatori tra i deputati del Pd. Certo, da qui a dire che lei sia disponibile, ce ne passa. “Ma con la guerra - sottolinea una fonte parlamentare - è cambiato tutto.

Letta ha anche la necessità di avvicinarsi alla società civile, visto che una parte di questa, tipo Santoro, si è rivoltata contro di lui”.

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