Politica

Il Pd ha la sindrome del gregario: si è rassegnato ad abdicare su tutto

Si parla poco, troppo poco, delle responsabilità del Pd

Il Pd ha la sindrome del gregario: si è rassegnato ad abdicare su tutto

Si parla poco, troppo poco, delle responsabilità del Pd. Con un presidente del Consiglio improvvisato e senza un partito, un partito non partito di improvvisatori senza un capo e un capo naturale senza consenso e senza pace, il Pd avrebbe dovuto svolgere il ruolo di guida e baricentro politico. Era nell'ordine naturale delle cose che accadesse. Il partito più strutturato, il ceto politico più navigato, le relazioni nazionali ed internazionali più consolidate... Chi, se non il Pd, avrebbe dovuto impugnare le redini della crisi? Chi, se non il Pd, di cui Matteo Renzi è il figliol prodigo, avrebbe dovuto tenere unita la maggioranza? Chi, se non il Pd, avrebbe dovuto prima di tutto questo infondere visione e sostanza politica al governo e al Piano nazionale di ripresa e resilienza?

Invece niente, nulla di tutto ciò è accaduto. Provare, per credere, a domandare al bar quale ruolo abbia svolto il Pd al governo: nessuno saprebbe rispondere. Niente leadership, niente idee, niente spinta né amalgama politica. Il Pd non ha lasciato le proprie impronte sulle politiche sanitarie, né sulla politica economica. Diciamo sulla Politica in generale. Si esita persino, se capita di parlarne, a fare il nome del segretario. Non viene subito, bisogna pensarci un attimo.

Brutta storia, grossa responsabilità. Dovevano guidare e sono stati guidati, dovevano unire e hanno diviso. Scarso feeling con i grillini, rabbia cieca nei confronti di Renzi. Niente di politico: semplicemente, lo vogliono morto. E per ucciderlo arrivano ad ipotizzare la nascita di un governo di minoranza e di un partito, quello di Giuseppe Conte, destinato a togliergli voti.

Indugiare su luci e ombre dei singoli dirigenti e ministri dem non serve. Il problema è a monte; il problema è il Pd in quanto tale. Il profilo umano e politico tracciato con punta sottile su carta velina di Nicola Zingaretti non è la causa, è l'effetto. La causa è il partito di cui Zingaretti è segretario e che, nella sua indeterminatezza, in fondo gli corrisponde. Cos'è, oggi, il Pd? Un partito senz'anima, senza identità, senza progetto politico. Un partito debole che, dopo Renzi, rifiuta leader forti. Perciò un partito fisiologicamente gregario, ma sciaguratamente calato in un contesto politico senza leader.

Si spiegano così sia lo stallo del governo sia la sua conseguente crisi: la responsabilità principale è del Pd, se ne parla poco solo perché si tende a dimenticare che quel partito teoricamente trainante esiste.

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