Quello che ha portato all'approvazione delle unioni civili è un patto politico con una scadenza molto ravvicinata. L'architrave dell'intesa che ha portato anche alcuni moderati a votare la legge, cioè l'esclusione della adozione del figlio del partner, è solo temporanea. Lo aveva fatto capire lo stesso premier Matteo Renzi, ieri la conferma. Blanda quella del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, esplicita quella arrivata da Debora Serracchiani. La vicesegretaria del Pd e presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ha spiegato che i tempi per recuperare il pezzo perduto della riforma sono strettissimi. «La prossima settimana si parte con il disegno di legge adozioni, adozioni per tutti, sia chiaro», ha spiegato nel suo intervento alla scuola del Pd. L'idea è di andare avanti comunque. Anche se la stessa Serracchiani riconosce che i numeri al Senato non consentono troppe divagazioni. Lo ha fatto capire indicando lo ius soli, cioè la cittadinanza acquisita per nascita nel territorio italiano, come altra frontiera per il Pd. «Mi auguro che il Pd si impegni al più presto per lo ius soli. Non sarà semplice perché ricordiamoci qual è la maggioranza con cui governiamo e guardiamo anche qual è il contesto fuori: si è capito cosa pensa il M5S dello ius soli?». Lo schema (perdente) applicato alle adozioni per Serrachiani può essere riproposto, ma con molte incertezze.Molto più cauta Boschi. «Stiamo preparando - ha spiegato in un'intervista a Repubblica - una legge molto complessa che non riguarda solo le adozioni per le coppie gay. C'è da mettere mano all'intero impianto delle adozioni, aggiornarlo, rivederlo, semplificarlo, porsi il problema delle adozioni per i single. Con un unico faro: la tutela dei bambini». Parole che a sinistra sono state interpretate come uno stop alle ambizioni di Serracchiani e degli altri che spingono per la stepchild adoption. Per il capogruppo dei deputati di Sinistra italiana Arturo Scotto il percorso «rischia di essere molto tortuoso perché Alfano e i diversamente berlusconiani fanno muro». Il governo è «sempre più condizionato da destra».La pensano in modo opposto i centristi della coalizione di governo. Spaventati dalla sconfitta che rappresenterebbe il ritorno delle adozioni. Fabrizio Cicchitto, esponente Ncd e deputato Ap, teme che il governo cerchi di accontentare la sinistra e riapra ferite ancora non rimarginate. «È auspicabile prendersi un congruo periodo di tempo per la riflessione e anche per riassorbire gli effetti derivanti dallo scontro durissimo prolungatosi per mesi». Riproporre l'adozione, significherebbe sottoporre la maggioranza ad «un trauma». Ignorando che «su questa questione esistono due maggioranze diverse, una nettamente favorevole alle unioni civili, l'altra contraria alle adozioni». Vede rischi per la coalizione anche Renato Schifani: «Evidentemente a qualcuno non sta a cuore la stabilità di questo esecutivo. Attenzione, perché di maggioranze variabili si può morire». Ancora più netto Maurizio Sacconi, senatore Ap che non ha votato le unioni civili e vede una offensiva da parte di parte del Pd nel riproporre le adozioni e «tutto il catalogo della rivoluzione antropologica, eutanasia inclusa».
Anche dalle opposizioni di centrodestra arrivano degli stop al Pd. Se riproporrà la stepchild adoption «sarà un'altra battaglia nel Paese e in Parlamento. Renzi ci risparmi questo stillicidio», avverte Daniela Santanchè di Forza Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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