Il Pd prova a rianimarsi. Ma teme l'"opa" di Conte
13 Ottobre 2022 - 18:02Letta invoca unità nel partito, ma i 5S vanno all'offensiva sul tema della guerra
«I grandi risultati ci saranno solo se saremo uniti, il racconto della maggioranza si sfalderà», spiega il segretario del Pd Enrico Letta durante l'assemblea con i nuovi eletti di Montecitorio e Palazzo Madama. Eppure è lo storytelling del centrosinistra a essere debole come non mai. L'opposizione è divisa e anche lo stesso Partito Democratico è spaccato in vista del prossimo congresso previsto per l'autunno. Tanto che, a taccuini chiusi, c'è chi si avventura a parlare di scissioni e cose rosse, dopo che Rosy Bindi, negli scorsi giorni, aveva evocato addirittura lo scioglimento del partito nato dalla «fusione a freddo» tra i Democratici di Sinistra e la Margherita. L'area che fa riferimento a Goffredo Bettini, ma che comprende anche personalità come l'ex ministro Andrea Orlando e il vicesegretario Giuseppe Provenzano punta a virare a sinistra e a riannodare i fili del rapporto con il leader del M5s Giuseppe Conte. Nicola Zingaretti incalza sul ritorno dei giallorossi: «Dobbiamo smetterla di pensare che gli avversari sono movimenti con cui abbiamo fatto pezzi di strada e ne faremo insieme». «Mi dimetterò entro tre settimane da governatore», annuncia, parlando di «legislatura regionale conclusa». Proprio il Lazio di Zingaretti è l'esperimento di governo Pd-M5s più importante ancora in piedi e una nuova alleanza alle prossime regionali è un grande punto interrogativo. Intanto dem e grillini, stando alle indiscrezioni, hanno raggiunto un accordo per dividersi le vicepresidenze delle Camere. Patto criticato dal leader di Italia Viva Matteo Renzi: «È grave se Pd e M5s escludono il Terzo Polo dalle nomine di Camera e Senato che spettano alle opposizioni». «Renzi mette le mani avanti come al solito», replicano in serata fonti del Nazareno. Il leader di Iv insiste: «Meloni sarà premier grazie a Letta».
Ma il vero problema di Letta risponde al nome di Conte. L'ex premier punta a spaccare i dem sulla guerra. I pentastellati non parteciperanno oggi al sit-in promosso dal Pd davanti all'ambasciata russa, perché bollato dall'avvocato come iniziativa di partito. Il Movimento, invece, ci sarà a novembre alla manifestazione organizzata da Arci, Acli e altre sigle pacifiste. Un'iniziativa che, secondo il Nazareno, rischia di non essere abbastanza dalla parte delle ragioni dell'Ucraina. La piazza di novembre di Arci e Rete per il Disarmo, però, divide il Pd. Orlando sarà insieme a Conte e potrebbero partecipare altri dirigenti importanti come Laura Boldrini e Matteo Orfini. Sarà difficile, per Letta, tenere unito il partito. E infatti è sempre più forte il timore di «lasciare tutta l'opposizione a Conte, a partire dal tema della pace». E in questo senso, i sondaggi sono molto preoccupanti. L'ultima rilevazione di Swg, che attesta i dem al 17,5% e il M5s al 17%, fa scattare l'allarme al Nazareno. Con i riformisti che credono che per uscire fuori dallo stallo bisognerà dialogare con il Terzo Polo, mentre la sinistra vuole tornare insieme a Conte. Il ritorno dei Ds e della Margherita è dietro l'angolo e non viene escluso, sottotraccia, da diversi esponenti.
Letta in assemblea annuncia la scheda bianca in vista della votazione per i presidenti di Camera e Senato e fissa una nuova direzione nazionale per la prossima settimana. Dal M5s, invece, tirano dritto su pacifismo e agenda sociale. Conte e i contiani invocano «un'opposizione solitaria». Il mantra, nella war room grillina, è «fare come ha fatto Fratelli d'Italia negli ultimi anni».
Gli stellati vogliono posizionarsi saldamente all'opposizione su tutto, con lo scopo di salire nei consensi e annettere il Pd.