Coronavirus

La Le Pen vuole chiudere le frontiere con l'Italia Svizzera e Usa studiano il blocco degli ingressi

Preoccupazione a Madrid. Israele prevede il test, la quarantena in Romania

La Le Pen vuole chiudere le frontiere con l'Italia Svizzera e Usa studiano il blocco degli ingressi

Italia malato d'Europa. Il numero di casi di coronavirus schizza verso l'alto in pochi giorni, e i Paesi limitrofi già considerano misure per contenere il rischio del contagio in arrivo dal nostro territorio. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e la stessa UE valutano positivamente le misure adottate dall'Italia e la trasparenza della comunicazione, ma si preparano a contromisure difensive. In Francia, Austria e anche in Spagna c'è comprensibile apprensione, ma al momento è la Svizzera, che condivide con la Lombardia epicentro dell'epidemia una lunga frontiera con una ventina di valichi attraversati ogni giorno in media da oltre 150mila persone, a manifestare la maggiore preoccupazione e a suscitarne nelle comunità italiane delle zone di confine, dove sono decine di migliaia i lavoratori frontalieri. A Como e nel Varesotto soprattutto circolano voci allarmate riguardo la presunta intenzione delle autorità elvetiche di bloccare i valichi, ma al momento nulla del genere sembra imminente.

L'Ufficio federale svizzero della sanità pubblica ha reso noto di star seguendo con attenzione l'evoluzione della situazione in Italia. Le autorità sanitarie elvetiche ritengono che i focolai presenti oltrefrontiera debbano «essere controllati con tutti i mezzi», ma per ora non appare necessaria l'introduzione di misure straordinarie, come ad esempio la sospensione della libera circolazione delle persone (la Svizzera è parte dell'area Schengen). È chiaro però che la situazione può evolversi rapidamente, e che la priorità è cercare di evitare che il contagio sconfini in Svizzera: oggi nel Canton Ticino si terrà una riunione di un gruppo di coordinamento che potrebbe decidere nuove misure. C'è però la consapevolezza, come ha dichiarato un responsabile dell'Ufficio sanitario elvetico, che rendere più severi i controlli alle dogane servirebbe a poco: l'Europa è troppo fortemente interconnessa, e in caso di epidemia a livello continentale sarebbe impossibile fermare il virus alle frontiere. Il governo di Berna si prepara dunque a qualsiasi scenario. Finora nella Confederazione sono stati eseguiti 280 controlli su casi sospetti, ma sono tutti risultati negativi. Va comunque notato che da ieri negli ospedali ticinesi il livello di attenzione è stato innalzato: tutti i casi dubbi vengono isolati e sottoposti a test per la ricerca del coronavirus, anche in assenza di viaggi e collegamenti con la Cina.

In Francia, altro Paese confinante, mentre il ministero della Salute assicura la massima attenzione, è Marine Le Pen a porre in termini più pressanti la questione del contagio dall'Italia. Secondo la presidente del Rassemblement National (all'opposizione) già entro oggi sarebbe doveroso ripristinare i controlli alle frontiere con il nostro Paese. La Le Pen teme che l'epidemia «finisca fuori controllo in Italia» e afferma di preferire che il governo di Parigi «faccia di più o troppo che non abbastanza». La Spagna, che come la Francia è membro dell'Unione Europea e aderisce all'area di libera circolazione, ha espresso preoccupazione a livello governativo per gli sviluppi dell'epidemia in Italia, pur apprezzando il fatto che vi siano state prese misure di quarantena. Entro oggi, in coordinamento con l'Ue, Madrid definirà le zone di rischio del Nord Italia per sensibilizzare i cittadini spagnoli che viaggiano e i centri ospedalieri. A tutt'oggi, in Spagna non è stato registrato alcun caso di coronavirus, e nemmeno un solo caso sospetto.

Intanto Israele ha deciso che chiunque sia stato in Italia negli ultimi 14 giorni e sviluppi sintomi riconducibili al coronavirus dovrà essere sottoposto a test.

E la Romania dispone la quarantena obbligatoria di due settimane per chi viene da Lombardia we Veneto.

Commenti