Roma - Una sforbiciata alla spesa per quota 100, ma solo per il 2019. La spesa per la riforma che attenua gli effetti della legge Fornero dal 2020 salirà oltre le previsioni, superando gli 8 miliardi all'anno. Il capitolo pensioni è sicuramente il più sofferto della legge di Bilancio. Modifiche fino all'ultimo sul taglio alla rivalutazione e sulle pensioni d'oro.
Per quanto riguarda il blocco della perequazione, il governo ha previsto un aumento totale per gli assegni fino a tre volte il minimo (che oggi è 513 euro quindi a 1.539 euro), poi del 77 per cento per i trattamenti tra 2.052 euro e 2.565 euro, del 52 per cento per quelli fino a sei volte il minimo (3.078) del 47 per cento fino a 4.104 euro, del 45% fino a 4.617 e del 40% per quelli superiori a nove volte il trattamento minimo. Si tratta di una rivalutazione parziale su una percentuale che varia di anno in anno. Per il 2019 la quota di aumento del costo della vita da recuperare è dell'1,1%.
Il rallentamento della rivalutazione delle pensioni sottrarrà ai pensionati 2,2 miliardi nei prossimi tre anni. Confermate le caratteristiche del taglio alle pensioni d'oro. Un contributo che sarà temporaneo, durerà cinque anni, quindi dal 2019 al 2023 e si applicherà alle pensioni che superano i 100mila euro lordi all'anno. In tutto riguarderà 24mila pensionati con il sistema retributivo o misto, escludendo chi ha maturato una prestazione con il meno vantaggioso sistema contributivo.
Da 100mila fino a 130mila euro il prelievo sarà del 15% solo sulla parte eccedente, del 25% per la quota da 130mila a 200mila, del 30% fino a 350mila, del 35% fino a 500mila e del 40 per cento oltre questa soglia.
Confermata la sforbiciata a quota 100, che il presidente dell'Inps ha chiamato «Quota 102», attirando le critiche di Matteo Salvini, che lo ha invitato a lasciare l'Istituto visto che «da mesi rema contro». Il fondo istituito dalla legge di Bilancio che deve servire a finanziare la riforma della legge Fornero, passa da 6,7 miliardi di euro a 3,97 miliardi per il 2019. L'anno successivo il fondo aumenta rispetto alla versione precedente, passando da 7 miliardi a a 8,3 miliardi per il 2020, 8,7 per il 2021 e 8,1 miliardi per il 2022.
Il merito della riforma sarà noto solo quando sarà approvato il decreto collegato alla manovra. Ma già dagli stanziamenti si capisce che per il prossimo anno la legge che consentirà di andare in pensione a 62 anni con 38 di contributi sarà depotenziata rispetto alle previsioni. Entrerà in vigore da aprile, intanto. Una finestra da tre mesi a sei mesi per i lavoratori pubblici, ma anche quelli privati.
Alberto Brambilla, esperto di previdenza vicino a Matteo Salvini ha detto quota 100 e il
taglio agli assegni d'oro contenuti nel maxi emendamento «rischiano di causare «un grosso costo alla collettività, trasferendo risorse dal lavoro all'assistenza e incoraggiando l'economia sommersa anziché il senso del dovere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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