Nessuna novità per le pensioni che, dopo il 2021, usciranno dal meccanismo di Quota 100. La prospettiva è l'introduzione di un meccanismo flessibile.
La discussione sulla previdenza dovrebbe riaprire dopo l'approvazione della legge di Bilancio, che fino a gennaio terrà impegnato l'esecutivo. Per il momento, dai dettagli della manovra emerge che il meccanismo di rivalutazione degli assegni non subirà modifiche, per i trattamenti comresi tra i 1.500 e i 2mila euro lordi al mese, come ricordato dal Messaggero. Resta invariata anche Quota 100: manterranno la possibilità del pensionamento coloro che hanno almeno 62 anni di età e 38 di contributi.
Intanto, la ministra Nunzia Catalfo sta dando avvio a due commissioni, una sui lavori gravosi e l'altra sulla separazione tra assistenza e previdenza. La prima, consisterà nel capire quali siano i lavori più stressanti e usuranti, in modo da giustificare eventuali pensionamenti anticipati, olte alle categorie già considerate. Inoltre, definire le prestazioni non coperte da contribuzione potrebbero portare a una distribuzione più trasparente delle spese. Ma il tema più scottante cui si dovrà venire a capo resta quello di decidere come uscire da Quota 100 dopo il 2021.
Quota 100 è stata introdotta in via sperimentale per tre anni e, una volta finita la sperimentazione, terminerebbe in modo brusco, costringendo chi non possedeva il doppio requisito ad aspettare ancora, prima della sognata pensione. Per evitarlo, servirebbe una forma di flessibilità. "La strada migliore sarebbe progettare subito un ammorbidimento dello scalone che arriverà tra il 2021 e il 2022, ripristinando elementi di quella flessibilità tolta dalla riforma Fornero", ha proposto Stefano Sacchi, presidente dell'Inapp, l'Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche. La legge Monti-Fornero aveva tolto le quote introdotte nel 2007 da Prodi. "Già subito dopo la manovra economica di fine anno sarebbe il caso che la politica cominciasse a pensare a come riorganizzare l'intero sistema pensionistico visto che comunque Quota100 terminerà nel 2021": per farlo, propone una discussione in Parlamento.
"Le pensioni- aggiunge- devono essere eque e adeguate, e così rischiano di non essere, vista la diffusione del lavoro discontinuo e povero, e devono essere sostenibili, il che dipende da fattori demografici e dai tassi di occupazione. Un sistema moderno dovrebbe essere flessibile anche nell'uscita, introducendo dei parametri che possano consentire di andare in pensione un poco prima, accettando una pensione più bassa, a patto che questa pensione non sia poi così bassa da risultare inadeguata".
D'accordo anche il dirigente del Pd, Cesare Damiano: "Una proposta di legge già esiste", dice ricordando un documento che prevede "una flessibilità che anticipava di 4 anni l'uscita dal lavoro, con una penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo".La discussione sulle pensioni è aperta e andrà avanti nei prossimi mesi, anche in considerazione dei vincoli di bilancio e, soprattutto, dalla tenuta del governo.
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