Pensioni in ritardo e Irap: è la manovra delle tasse. E lo Sblocca Italia si blocca

Pagamenti posticipati ai pensionati, fondi pensione, Irap: tutte le tasse della legge di Stabilità. E il decreto per la crescita si arena: caos sull'Iva al 4% per le ristrutturazioni

Pensioni in ritardo e Irap: è la manovra delle tasse. E lo Sblocca Italia si blocca

La legge di Stabilità e le altre misure economiche del governo riservano sorprese continue, un altarino al giorno nascosto tra le pieghe delle numerose bozze post approvazione della «finanziaria». Poi dubbi sulle coperture dello Sblocca Italia, che perde pezzi di continuo.

Il testo definitivo della prima legge di Stabilità di Matteo Renzi ieri mattina ancora non c'era, ma una norma saliva agli onori delle cronache. È il posticipo del giorno di pagamento delle pensioni: non più il primo del mese, ma il 10 per tutti, stabilisce un articolo della Legge. «Un accanimento contro gli anziani», hanno protestato i sindacati dei pensionati. Ed effettivamente c'è il rischio di provocare confusione e disagi a danno dei cittadini a fronte di risparmi quasi nulli.

La spiegazione ufficiale del posticipo è che serve a «razionalizzare e uniformare le procedure e i tempi di pagamento delle prestazioni previdenziali corrisposte dall'Inps». In sostanza secondo il governo (non sarebbe farina del sacco Inps) c'è l'esigenza di unificare i regimi di tutte le pensioni. Può sorgere il sospetto che l'obiettivo sia quello di fare cassa con gli interessi sui soldi delle pensioni. Una massa di denaro enorme. Ogni anno 260 miliardi di euro passano dalle casse dell'Inps ai pensionati. Ma sono risorse che stazionano in tesoreria e quindi non danno interessi. Infatti la misura non dà praticamente niente ai conti della legge di Stabilità.

Il rinvio nell'ultima bozza della legge era bollinato per 19 milioni di euro all'anno di risparmi. Pochissimo, a fronte di disagi per i pensionati che rischiano dieci giorni di liquidità in meno, ritardi sulle rate e bollette scadute.

Fastidiose anche altre novità emerse ieri. Ad esempio sull'Irap, l'aumento dell'aliquota dal 3,5% al 3,9%, contropartita per il taglio della componente lavoro dall'imposta regionale, sarà retroattivo. In sostanza le imprese dovranno pagare di nuovo l'aliquota che lo stesso Renzi aveva abbassato, calcolandola già dal gennaio 2014, ma per ottenere un beneficio a partire dal 2015. Anche la stangata sui fondi pensione, con l'aumento dell'aliquota dall'11,5% al 20%, sarà retroattiva. Quindi è già in vigore.

Un piccolo pegno alla manovra da 18 miliardi di tagli alle tasse. Oppure un segnale delle difficoltà a fare quadrare i conti, come il moltiplicarsi di «clausole di salvaguardia» a garanzia delle coperture più incerte. Ad esempio ieri Il Sole24ore anticipava l'intenzione di superare i dubbi dell'Unione europea sul reverse charge , (nuovo metodo di pagamento dell'Iva) con una clausola che comporta aumenti di accise per 988 milioni di euro. Sull'auto, spunta anche il ritorno del bollo sulle auto storiche.

Per il momento dettagli. Se ci saranno aumenti veri delle tasse, come conseguenze indirette della legge di Stabilità bisognerà aspettare l'approvazione dei bilanci delle Regioni, dopo i tagli decisi dal governo.

Intanto anche lo Sblocca Italia, in corso di approvazione alla Camera, riserva sorprese. Si va ad esempio verso lo stop ad una norma che era stata approvata dalla commissione Ambiente, che faceva scendere al 4% l'Iva su ristrutturazioni e riqualificazione edilizia.

Era compensata da un aumento dell'Iva sulle case nuove, tanto dannoso quanto - come hanno rilevato i tecnici di Montecitorio - incerto nelle entrate.

A rischio anche un misura dello Sblocca Italia che aveva suscitato interesse, cioè lo sconto Irpef del 20% per chi compra un alloggio o immobile strumentale per poi affittarlo.

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