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Pensioni, scuola e statali: i conti del governo non tornano

I piani di Renzi e Padoan potrebbero andare in fumo sotto i colpi delle pensioni e delle riforme di scuola e province. Ed è corsa contro il tempo per trovare i fondi

Pensioni, scuola e statali: i conti del governo non tornano

Il governo Renzi rischia grosso. E con lui le casse dello Stato. Palazzo Chigi e soprattutto via xx settembre dovranno rifare i conti. La sentenza della Corte Costituzionale che boccia la legge Fornero e obbliga lo Stato a risarcire i pensionati per le rivalutazioni bloccate è di certo una mazzata sulle casse dell'erario. Così i piani di palazzo Chigi e le promesse del premier potrebbero schiantarsi sulla realtà dei numeri. Per quanto riguarda lo scoglio pensioni le prime stime parlano di un rimborso complessivo di di 15 miliardi. Di questi 5 riguardano gli adeguamenti per il 2012 e il 2013 e gli altri dieci per 2014 e il 2015. In questo momento a quanto pare il governo cerca soluzioni, per dirla alla Padoan che "abbiano minimo impatto sui conti pubblici". Ovvero che evitino il fosso per l'esecutivo. Ma i problemi per le casse non finiscono con le pensioni.

L'annuncite costa cara al premier. Per il piano de "la buona scuola" il governo ha promesso ben tre miliradi di euro. Ma adesso trovarli non sarà facile. La riforma dovrebbe andare a pieno regime nei prossimi due anni, ma di certo la bomba pensioni non rasserena il ministero dell'Economia. Ma se la scuola per il momento non preoccupa Padoan, c'è un'altra minaccia all'orizzonte che arriva dal fronte pensioni. Alberto Brambilla, ex sottosegretario è stato chiaro: "In autunno la Consulta potrebbe bocciare il contributo di solidarietà, e questo potrebbe essere il colpo di grazia per le casse dello Stato". Il governo rischia di dover pagare per ben due volte gli arretrati ai pensionati con un evidente squilibrio delle casse. In tutto questo l'Europa vigila e minaccia Renzi invitandolo a considerare come prioritario la stabilità dei conti. Infine l'ultima bomba arriva dalla riforma delle Province di Delrio. Bisogna trovare i fondi per pagare gli stipendi ai dipendenti provinciali. La cgil ha già lanciato l'allarme: "C’è il forte rischio che da giugno i dipendenti delle province non prendano più lo stipendio, visti i tagli della legge di Stabilità e i ritardi, lo stallo, nel ricollocare gli esuberi derivanti dalla legge Delrio". A lanciare l’allarme è stato il responsabile Settori Pubblici della Cgil, Michele Gentile.

Un altro campanello d'allarme per i governo che sembra navigare a vista senza avere idea della salute delle casse dello Stato.

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