Che solo Matteo Salvini sia chiamato a rispondere per i fatti di Open Arms è una «chiara anomalia»: ne è convinto il leader dei penalisti, avvocato Gian Domenico Caiazza. Che non entra nel merito degli atti della Procura di Agrigento, che accusa il leader della Lega ed ex ministro dell'Interno di sequestro di persona, ma sottolinea che qualcosa non torna e quel qualcosa sta nel fatto che a processo sta andando una sola persona, quando la decisione di non far scendere i migranti dalla nave Ong fu collegiale.
«Salvini - spiega Caiazza - si trova indagato in relazione a un atto del proprio dicastero e come sappiamo non per una condotta privata. Il ragionamento, largamente condiviso, peraltro, è molto semplice: qualunque atto del ministro, soprattutto di questo rilievo, non può non essere frutto di un accordo politico su quell'atto. Non importa che Conte aveva scritto al collega, poiché era avvenuto in una fase precedente alla decisione finale». E prosegue: «Può anche accadere, come in qualunque organismo collegiale, che ci siano dei dissensi. Il problema è: l'atto finale è individuale o collegiale? E io rispondo che è sicuramente un atto collegiale. Non fosse altro per non essere stato impedito. Perché - dice ancora - se si teme che una decisione di un ministro possa essere illecita dal punto di vista penale, non è che uno la subisce, ma la impedisce, secondo i principi generali per cui il concorso di persone nel reato determina una corresponsabilità».
È quindi questo un modo per fare della giustizia uno strumento politico per annientare un avversario?
Caiazza lo spiega così: «Ho letto il capo di imputazione provvisorio della Procura di Agrigento in cui si dice che Salvini agì d'intesa col ministro della Difesa e con quello dei Trasporti. Allora perché la richiesta sta riguardando solo l'allora ministro dell'Interno se addirittura nell'ipotesi originaria si fa riferimento perlomeno ad altri due ministri? Questo io davvero non me lo spiego». E tiene a dire: «Allora io non voglio arrivare alla conclusione che si vuole distruggere Salvini, perché cosa abbia in testa Patronaggio non lo so e questo non lo dico, ma dico che questa scelta avrebbe dovuto orientare la discussione del Parlamento sul tema del fumus persecutionis, ossia sull'esercizio di una iniziativa giudiziaria penale connotata da una attenzione inspiegabile ad una sola persona». Per Caiazza il leader del partito del Carroccio sta agendo bene.
«Vedo - chiarisce - che sta pubblicando delle interviste, ad esempio quella a Toninelli, esplicita sotto questo profilo. Salvini e i suoi difensori non hanno bisogno dei miei suggerimenti, ma è chiaro che se io fossi nell'ex ministro insisterei in ogni sede, in ogni luogo e in ogni momento perché mi si spiegasse da parte della Procura come mai è chiamato solo lui a rispondere di questo fatto».
Tanto più che la Open Arms rimase bloccata senza possibilità che i migranti potessero scendere dal 24 al 30 agosto, mentre l'attuale titolare del
Viminale, il ministro Luciana Lamorgese, ha bloccato la Ocean Viking per 11 giorni. Patronaggio chiederà di indagare anche lei o si sorvolerà? La risposta pare ormai tanto ovvia che non c'è bisogno di fare alcun pronostico.
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