«Non alzare troppo il gomito». Ce lo siamo sentiti ripetere dalle nostre madri prima delle fatidiche uscite del sabato sera nella speranza materna che con questo messaggio da Pubblicità Progresso avremmo limitato il consumo di alcol. Appelli che cadevano, ovviamente, nel vuoto perché si sa che in gioventù pensi che nulla ti possa far male. Ma, da adesso, però, il «non alzare troppo il gomito» avrà un significato del tutto diverso, impensabile fino a un anno fa. Colpa dei famigerati selfie, la mania di autofotografarsi con il cellulare che ha contagiato anche la stragrande maggioranza degli italiani. Gente che, oramai, non può più fare a meno di immortalare i propri fondamentali (per il mondo) momenti della giornata, pubblicandoli sui social, a beneficio del pubblico guardone, con diciture del tipo «con la Titti davanti all'Esselunga» o «svaccato sull'erba senza le calze ai piedi», raggiungendo, cioè, momenti di poesia che neanche Leopardi quando era ispirato dall'ermo colle aveva mai toccato. Ebbene, se siete anche voi una sorta di Kardashian di turno, cioè contribuite agli oltre 17 milioni di caricamenti settimanali nel mondo, fate attenzione a non abusare di questa pratica perché potreste correre il rischio di ammalarvi del «gomito del selfista», nuova patologia che colpisce coloro che viaggiano ad una media considerevole quotidiana di autoscatti (questo sono i «selfie», prima che la nostra fame di inglesismi e americanismi cannibalizzasse il termine italiano). Se l'è sentito diagnosticare Hoda Kobt, come raccontato a Elle.com e riportato dal Daily Mail, conduttrice di NBC Today, che davanti a dei forti dolori al gomito si è fatta visitare dal medico. «Sono andata dall'ortopedico che mi ha chiesto se giocavo a tennis o ping-pong. Gli ho risposto che no, il mio massimo di attività era scattare selfie. Così mi ha spiegato che, nella classica posizione da autoscatto, il braccio verso l'alto assume una posizione strana, piegando il polso in modo scorretto. Moltiplicate per tutti i clic che si scattano in una giornata. Venti, trenta, quaranta? Ecco che viene il mal di gomito». Simile al «gomito del tennista», lo stress è procurato dalla ripetizione costante di piccoli movimenti che può causare vari microtraumi a tendini e muscoli di avambraccio e polso.
Per guarire, richiede ghiaccio, opportuno riposo e, soprattutto, astensione da click. Però, dai, val la pena rischiare. Vuoi mettere la bellezza dell'autoscatto di voi che sorridete avendo sullo sfondo l'autogrill dell'autostrada, in mano un Fattoria e la fondamentale dida: «Partiti per le vacanze»?
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