Pescatori in sciopero contro i delfini. "Ci rubano il pesce, finiremo in rovina"

I totani scarseggiano. L'idea di usare ultrasuoni per allontanare i cetacei

Pescatori in sciopero contro i delfini. "Ci rubano il pesce, finiremo in rovina"

Ogni promessa è debito, quando non si sbarca più il lunario: lo avevano annunciato la scorsa settimana i pescatori delle Eolie, quando, a corto di totani già da molto tempo, avevano chiesto accorati un provvedimento per rimuovere i delfini affamati di tutto il loro pesce. Altrimenti sarebbero entrati in sciopero: e così hanno fatto.

«Bisogna intervenire subito perché non ce la facciamo più. Servono misure compensative per sostenere una categoria in estrema difficoltà», spiega Giuseppe Spinella, vicepresidente del consorzio dei pescatori delle Eolie Co.ge.pa che, assieme al presidente Salvatore Rijtano, ha avvisato dello sciopero. Una protesta che vedrà la luce giovedì mattina, con tanto di assemblea al Comune. L'iniziativa andrà avanti con il fermo delle attività fin quando non si troverà una soluzione. I pescatori sono lucidi e precisi: «Porteremo anche le nostre famiglie al Municipio, manifesteremo in maniera pacifica, ma ferma. dicono. Sia chiaro un aspetto: noi non abbiamo nulla contro i delfini. Sottolineiamo soltanto che c'è un problema e va risolto, anche dichiarando lo stato di calamità naturale», è il chiarimento di Salvatore Rijtano. Giusto la scorsa settimana si erano espressi al riguardo gli ambientalisti: in particolare il Filicudi wildlife conservation. La loro biologa Monica Blasi, infatti, aveva illustrato una possibile soluzione indolore per i delfini e vantaggiosa per i pescatori: «Un dissimulatore acustico erano state le parole di Blasi che verrà posizionato sulle imbarcazioni o sugli attrezzi di pesca che allontana gli animali. Lo testeremo in alcune barche da maggio per tre mesi ». Ma a pescatori che non coprono più le spese del carburante, e il cui fatturato è sceso del 75%, la speranza e l'attesa non bastano. Nonostante Filicudi wildlife abbia reso noto che i finanziamenti per il test sono già stati ottenuti dall'associazione. Un problema singolare, quello attorno alle isole Eolie. Non sarebbe il quantitativo spropositato di delfini, il cuore della questione, quanto il numero ridotto dei totani: la quantità di pesci che forse prima dava da mangiare sia a delfini che a esseri umani, e oggi invece si ritrova più facilmente nella pancia dei predatori acquatici. Predatori che accerchiano contemporaneamente spiegano i pescatori i pescherecci di molti, dando fondo a tutto il potenziale mercato. «Noi non abbiamo niente contro i delfini ribadisce, come se non bastasse, il pescatore Nuccio Raffaele - ma così mettono seriamente a rischio le nostre attività economiche mandandoci in rovina». Ed è tutto un coro di punti di vista, concordi e drammatici, tesi a sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica: «I delfini ha aggiunto infatti il collega Gaetano Giuffrè seguono le nostre imbarcazioni danneggiando le reti e mangiano quasi tutto il pescato».

Sembra l'unica via, lo sciopero, per far sentire in concreto l'allarme che la presenza dei delfini, animali pur bellissimi, amabili e dal fascino esotico, stanno determinando loro malgrado. Una vera, piccola lotta per la sopravvivenza.

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