Roma Massacra di botte un infermiere. E fugge. È caccia aperta a un pregiudicato nigeriano, Aluke Okecku, 48 anni, in Italia con un decreto di espulsione e con alle spalle una sfilza di precedenti penali fra cui la violenza sessuale e lesioni aggravate. Processato per direttissima per altri reati dopo la scarcerazione, Okecku viene rimesso in libertà da un giudice del Tribunale di Roma nonostante il pm avesse chiesto un'altra condanna.
Nell'auto dei carabinieri incaricati del trasferimento, difatti, l'uomo fa di tutto per scappare. Sputa in faccia ai militari, li prende a morsi, cerca di far sbandare la «gazzella» scalciando come un mulo. Tanto da venire accusato di tentato omicidio. Il giudice, però, vuole vederci chiaro. E dispone un supplemento di indagine. E lo libera in attesa dell'espulsione. Portato in ospedale per alcune lesioni che si è provocato nel parapiglia, basta un minuto per aggredire a testate un portantino e darsela a gambe levate. Adesso Okecku è uccel di bosco.
Succede tutto tra la fine di maggio e il 1° giugno. Il nigeriano ha trascorso dietro le sbarre un anno e sei mesi per violenza sessuale, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Quando lo arrestano, nel 2017, fa il matto per non farsi ammanettare e ferisce due carabinieri. Esce dal carcere di Velletri, dove ha scontato la condanna, il 31 maggio. Ad attenderlo, all'uscita del penitenziario, sempre gli stessi carabinieri che l'hanno spedito in galera. In mano ai militari c'è un decreto di espulsione. Esecuzione immediata.
Prima di andare al CPR di Potenza, deve essere visitato in un centro specializzato di Casal Palocco. Quando l'uomo entra in macchina, sulla via del Mare, fa il diavolo a quattro pur di fermare l'equipaggio della «radiomobile» incaricato del suo trasferimento. Gli uomini della compagnia Roma centro chiedono aiuto alla centrale operativa: non riescono a bloccarlo senza che accada il peggio. Arrivano in appoggio altri carabinieri su altre auto. Alla fine il 48enne viene fermato. Deve andare in Tribunale per la «direttissima». La notte, però, la passa in camera di sicurezza Okecku.
Qui prende a testate un muro tanto da provocarsi ferite alla testa. Sabato dovrebbe comparire davanti alla corte. Le accuse, anche questa volta, vanno dalle lesioni alla resistenza a pubblico ufficiale. Ma lui è in ospedale per una Tac. Il giudice Maria Teresa Giannitti, in sua assenza, convalida l'arresto senza però firmare l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Rimane l'espulsione. Viene portato al pronto soccorso del policlinico Umberto I, ormai è libero anche se con decreto di rimpatrio. Deve rimanerci 72 ore al pronto soccorso. I carabinieri se ne vanno.
Il nigeriano a quel punto si alza e se ne va. Inspiegabilmente il giorno dopo ritorna all'Umberto I. Appena un infermiere si avvicina con un foglio in mano lo aggredisce. Una furia: gli sbatte la testa sul pavimento e lo prende a pugni. Poi fugge di nuovo.
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