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Più povera e più sfiduciata. È l'Italia prostrata dal virus

La crisi ha portato un calo del reddito per l'80% dei lavoratori autonomi. E il 50% non si fida dell'Europa

Più povera e più sfiduciata. È l'Italia prostrata dal virus

Sempre più poveri, con meno fiducia nell'Unione europea e impazienti per l'avvio delle riforme. Sono questi i temi, fra i tanti, emersi dal 33mo Rapporto Italia dell'Eurispes che fotografa il nostro Paese. Il vero protagonista del Rapporto, però, è il coronavirus, che ha condizionato in tutti i campi (economico, sociale, culturale) gli orientamenti degli italiani.

«Secondo i dati di Banca d'Italia già nei primi mesi di emergenza sanitaria la metà delle famiglie italiane ha subìto una riduzione nel reddito di circa il 15% - ha spiegato il presidente di Eurispes Gian Maria Fara -. La situazione è particolarmente allarmante tra i lavoratori indipendenti: quasi l'80% ha subìto un calo nel reddito e per il 36% la caduta è di oltre la metà del reddito familiare. Mentre l'Istat segnala per il 2020 la perdita di 440.000 posti di lavoro». E le prospettive sono tutt'altro che rosee. Già prima dell'emergenza Covid le statistiche ufficiali parlavano di 4,6 milioni di poveri assoluti, un numero che è destinato a lievitare notevolmente.

A evidenziare l'eccezionalità della crisi è il confronto con le risposte dei cinque anni precedenti, sebbene non ci fosse alcun riferimento al Covid. Negli ultimi sei anni infatti è sempre prevalsa l'idea di una sostanziale stabilità nell'andamento economico e le opinioni sul peggioramento coinvolgevano meno della metà degli intervistati. La tendenza è cambiata: otto italiani su dieci (79,5%) avvertono un peggioramento dell'economia nazionale negli ultimi dodici mesi. E le difficoltà di questo periodo hanno portato a reazioni diverse: il 28,5% dei cittadini è dovuto ricorrere al sostegno economico della famiglia di origine nell'ultimo anno, il 14,8% ha chiesto aiuto ad amici, colleghi o altri parenti, mentre il 15,1% ha fatto richiesta di un prestito bancario e quasi il doppio ha effettuato acquisti rateizzando il pagamento (28,7%). Molte persone, poi, per affrontare le ristrettezze, hanno accettato di lavorare senza contratto (15,4%) o hanno svolto più di un lavoro contemporaneamente (15,1%).

Sul fronte pandemia, gli italiani hanno rafforzato quest'anno la loro fiducia nella sanità: i medici di base vengono considerati un punto di riferimento per 6 italiani su 10. La pandemia e il lockdown, però, hanno inevitabilmente portato a un notevole aumento, rispetto al 2019, del consumo di ansiolitici: più 2,5% di farmaci antidepressivi e più 24% di farmaci per insonnia.

E sempre parlando di fiducia, diminuisce quella nei confronti dell'Unione europea. Il 50,7% degli italiani, infatti, non si fida della Ue, sebbene un italiano su tre (33,5%) la ritenga fondamentale per uscire dalle grandi crisi. La metà dei cittadini (51%), però, è convinta che l'Italia sia uno Stato marginale in Europa e che subisca le decisioni altrui. Non manca chi ritiene (il 26%) che nella pandemia la Ue abbia dimostrato la sua inutilità. Anche la fiducia nelle istituzioni italiane arranca. Nell'ultimo anno, la fiducia nei confronti delle istituzioni del nostro Paese passa dal 24,9% del 2020 al 32,5% del 2021 (-7,6%), con il presidente Sergio Mattarella, però, in controtendenza. Grande apprezzamento dei cittadini, poi, per la Polizia di Stato (69,2%), per i Carabinieri (64,7%) e per la Guardia di Finanza (67,7%). E continua a essere apprezzate anche le Forze Armate che registrano livelli alti di consenso (oltre il 70%). Chi invece perde affidabilità rispetto allo scorso anno, secondo Eurispes, sono i sindacati con un meno 6,4% (oggi al 40%) e la Chiesa cattolica, che è scesa dal 53,4 al 46,7%.

Dulcis in fundo, le riforme. Secondo il Rapporto sono inderogabili, da quella della giustizia («la riforma del sistema giudiziario, in direzione di una maggiore efficienza, rappresenta uno dei punti chiave sui quali il nostro Paese è chiamato ad attivarsi dall'Ue») al fisco.

«Una riforma fiscale è necessaria a prescindere dal modello che si riterrà più idoneo al sistema italiano», ha sottolineato Eurispes.

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