Il pianto ipocrita dei politici: sospesi i mezzi salva-soldati

La fornitura del nuovo blindato che avrebbe protetto i nostri militari ancora ferma in commissione Difesa

Il pianto ipocrita dei politici: sospesi i mezzi salva-soldati

Il nuovo blindato che proteggerà sempre meglio i militari da trappole esplosive, come quella che ha ferito 5 uomini dei corpi speciali in Iraq, non è ancora stato approvato in Commissione parlamentare Difesa. «Ma lo sarà sicuramente la prossima settimana o quella dopo», garantisce Roberto Paolo Ferrari membro della Commissione alla Camera. Il blindo Centauro e il nuovo mezzo Freccia hanno accumulato ritardi spaventosi nei contratti con le case produttrici, sbloccati appena due settimane fa. «Un ritardo ingiustificato poiché il finanziamento era stato approvato ancora nella precedente legislatura - sottolinea il leghista -. Guarda caso tutto si è fermato, per oltre un anno, al ministero dello Sviluppo economico che era guidato da Di Maio». E il precedente ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, non si è strappata i capelli per superare l'impasse.

I politici, in maniera trasversale, piangono lacrime di coccodrillo quando i nostri soldati saltano in aria, ma in molti poi si dimenticano di fare il loro dovere per garantire mezzi e protezione necessarie alle truppe sul terreno impegnate in zone di guerra. Il predecessore del Vtml 2, veicolo tattico leggero multiruolo, è stato ribattezzato dai soldati italiani «Santo Lince» avendo salvato tante vite dall'Afghanistan agli altri teatri operativi. L'ultimo attentato a Mogadiscio, in Somalia, non ha provocato vittime grazie alla blindatura del Lince.

La nuova versione, ancora più resistente ed al passo con i tempi, è il Vtml 2. La fornitura urgentemente necessaria è stata «incardinata», come si dice in gergo per indicare che verrà inserita nella legge di bilancio, ma non ancora votata dalla Commissione Difesa. Il via libera dovrebbe arrivare nei prossimi 15 giorni, ma ci sono altri punti di domanda che preoccupano i militari. Il programma per i nuovi Lince è previsto nel Documento programmatico 2019-2021 con un investimento complessivo di 249,3 milioni di in 15 anni per «una prima tranche» di 398 mezzi. Però la distribuzione delle risorse, 1 milione quest'anno, 6 il prossimo e 13 nel 2021 desta non poche perplessità. Pochi soldi per avviare una robusta produzione soprattutto tenendo conto che le Forze armate hanno bisogno di 650 blindati per una spesa complessiva di 558 milioni. E proprio le risorse per il secondo lotto sono ancora campate per aria.

«Inutile piangere lacrime di coccodrillo quando ci sono delle perdite. La maniera concreta per dimostrare la solidarietà ai militari feriti in Iraq è quello di garantire sempre la sicurezza», dichiara con amarezza al Giornale una fonte militare. E aggiunge: «Da anni chi è più esposto sul terreno usufruisce dei mezzi più obsoleti. E con i tempi di consegna dei nuovi, a causa della coperta troppo corta delle risorse, arriveranno quando saranno già superati». Per non parlare degli incredibili ritardi per i Centauro ed i Freccia già finanziati. «La Lega ha puntato il dito contro il rinvio ingiustificato dei contratti, che per assurdo è riuscito a provocare anche cassa integrazione e perdita di posti di lavoro», spiega Ferrari. In pratica la produzione non poteva partire se le commesse non venivano contrattualizzate. Adesso la situazione si è sbloccata, ma ci vorrà tempo per la consegna dei 150 blindo Centauro 2, meno della metà rispetto al mezzo precedente. Il Centauro 1 non ha lo scafo protetto e non viene più inviato nelle missioni all'estero per il timore delle trappole esplosive. Ferrari è netto: «I nostri militari non possono permettersi che la politica tenga fermi provvedimenti che migliorano la loro sicurezza e salvano vite».

Secondo il procuratore generale militare presso la Corte di Cassazione Maurizio Block, infine, «un militare all'estero viene giudicato alla stregua del codice penale militare di

pace, ma ciò non è adeguato: i militari italiani all'estero non sono sufficientemente tutelati da una normativa specifica». Dunque, spiega il magistrato, è necessario approvare «un codice delle operazioni internazionali».

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