Leggi il settimanale

Picchiata e stuprata mentre va al lavoro. Preso un gambiano "tradito" dal cellulare

La donna assalita alle spalle e trascinata dietro a una siepe. Determinanti un testimone e le telecamere di sorveglianza

Picchiata e stuprata mentre va al lavoro. Preso un  gambiano "tradito" dal cellulare
00:00 00:00

L'ha assalita alle spalle, in una strada deserta e avvolta dal buio. L'ha colpita in testa fino a tramortirla, l'ha trascinata dietro una siepe e l'ha stuprata. Lei, una donna italiana di 53 anni che alle 5.30 di venerdì stava andando al lavoro come ogni mattina, è rimasta a terra sotto choc, finché un passante non l'ha soccorsa. Nella stessa giornata i carabinieri hanno arrestato il presunto responsabile, un 35enne gambiano, finito in carcere con le accuse di violenza sessuale aggravata e lesioni aggravate.

È successo all'alba di due giorni fa a Gallarate, in provincia di Varese. La donna è stata sorpresa dall'aggressore, sbucato da un giardinetto. È stata picchiata in testa e al volto e portata a forza dietro i cespugli di un parcheggio. Lì l'uomo l'ha violentata, poi le ha preso il cellulare ed è fuggito. La vittima ha provato a urlare e a chiedere aiuto, ma in quel momento in via Pegoraro, zona nord della città, non passava nessuno. Poco dopo però un uomo è arrivato per caso e ha sentito le grida della 53enne, l'ha soccorsa e ha chiamato il 112. I carabinieri del Nucleo radiomobile sono arrivati sul posto e il testimone ha indicato loro la possibile via di fuga dello stupratore. Da qui i militari sono riusciti a ricostruire un percorso, arrivando appena otto ore dopo i fatti, a individuare il gambiano. Inoltre l'uomo scappando ha perso per strada il proprio cellulare, mentre il telefonino della vittima, che lui ha buttato via lungo la via, è stato ritrovato dai carabinieri. In questo modo, anche grazie alle immagini delle telecamere di sicurezza, gli investigatori sono arrivati al condominio e all'appartamento del 35enne. Hanno sfondato la porta, l'abitazione era apparentemente vuota, poi però con la perquisizione lo hanno trovato nascosto nel cassettone di un letto. Aveva gli stessi abiti ripresi dalle telecamere. Dopo il fermo, ha reso una piena confessione davanti al pm di Busto Arsizio, Roberto Bonfanti.

La donna aggredita è stata accompagnata in codice giallo all'ospedale Sant'Antonio Abate di Gallarate ed è stata ricoverata con una prognosi di venti giorni. Anche lei ha fornito elementi utili all'individuazione del presunto stupratore. "Il mio assistito - dichiara il difensore, l'avvocato Camillo Ferioli - non ha saputo dare una spiegazione per quanto accaduto. È apparso a pezzi, letteralmente ha dichiarato di non essere in grado di spiegare cosa lo abbia preso in quel momento. Di fatto non ha cercato di minimizzare l'accaduto, ha confermato ogni circostanza contestata dagli inquirenti ed è pronto ad accettare tutte le conseguenze". Il 35enne è in Italia da 11 anni, è meccanico e vive con la moglie italiana e tre figli nati nel nostro Paese. Ha un precedente penale del 2020 per detenzione di droga (riconosciuta la lieve entità) e resistenza a pubblico ufficiale, risolto con la sospensione condizionale della pena. Così il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani (Lega): quando "ancora non si sapeva chi era il colpevole, già tutti lo avevano capito.

Lo stupro ai danni di una nostra concittadina è stato perpetrano da un gambiano che evidentemente non è venuto a Gallarate per pagarci le pensioni o perché fuggiva da una guerra, ma per farsi mantenere da noi e per stuprare una donna che potrebbe essere nostra madre, nostra moglie".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica