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Piccoli terroristi crescono: a 15 anni preparava l'attacco

E il più giovane jihadista arrestato Oltralpe: "Voleva morire da martire". E Sarkozy è pronto a ricandidarsi

Piccoli terroristi crescono: a 15 anni preparava l'attacco

L'avevano individuato ad aprile. Le leggi speciali post Bataclan e lo stato di emergenza avevano permesso di perquisire il suo appartamento. Solo sabato, però, la polizia francese ha arrestato un 15enne nel XII arrondissement di Parigi, perché sospettato di preparare un attacco e per presunti legami con il commando del fallito attentato a Notre Dame con l'auto imbottita di bombole di gas. Commissariati e uffici pubblici, ma anche parchi e scuole, emergono come obiettivi dell'adolescente, il più giovane jihadista francese mai arrestato, che avrebbe ammesso di voler «morire da martire». Anche lui ispirato dall'Isis e dal più attivo adescatore di jihadisti europei. Il suo mentore l'aveva a lungo istruito attraverso le chat private di Telegram. Sarebbe Rachid Kassim, membro dell'Isis attualmente in Siria, in contatto telematico con gli assassini del prete francese (ucciso il 26 luglio), della coppia di poliziotti (13 giugno) e delle tre donne della Peugeot imbottita di bombole di gas abbandonata il 4 settembre a Notre Dame.

Una delle tre, Ornella Gilligman, 29 anni, incriminata per terrorismo. Ancora in stato di fermo Ines Madani, 19nne figlia del proprietario della Peugeot, e Sara Hervouet, 23 anni, fermate con Amel Sakaou, madre 39enne che ha ospitato le tre presunte jihadiste. Anche il fidanzato di Hervouet e una figlia di Sakaou, 15enne, in stato di fermo. Sarebbe provato che Gilligman e Madani siano le due donne che lasciarono l'auto a Notre Dame. Da stabilire se Hervouet sia la terza.

Gilligman, Madani e Hervouet erano già note ai servizi segreti per aver tentato di andare in Siria. «Cosa sarebbe successo se non fosse stata la vigilanza del caffè a due passi da Notre Dame a chiamare la polizia?», tuona Nicolas Sarkozy dal Journal Du Dimanche, evidenziando come «ancora una volta parliamo di individui conosciuti dai Servizi, «schedati con la lettera S», cioè soggetti ritenuti una minaccia per la sicurezza nazionale. Protagonista mediatico dell'inchiesta sul commando femminile, il procuratore di Parigi François Molin, è accusato da Sarko di «interferire nel dibattito politico». In piena campagna elettorale per le primarie, l'ex presidente della Repubblica attacca soprattutto l'attuale inquilino dell'Eliseo: «Non sta facendo tutto il possibile per combattere il terrorismo». Polemiche sollevate nei giorni scorsi che crescono come le critiche ai Servizi: Ecco allora la ricetta Sarko: espellere gli stranieri sospettati di aderire a un'attività terroristica. Fermo preventivo, invece, per i francesi legati alla galassia terrorista perché consultano siti jihadisti regolarmente, o i cui comportamenti testimonino una radicalizzazione (circa 15 mila, secondo l'ultimo dossier parlamentare), o perché in contatto con persone radicalizzate. Hollande (la cui ricandidatura alle presidenziali 2017 non sarebbe gradita da 9 francesi su 10, l'88% secondo un'inchiesta Elabe per BFMTV) ha sempre risposto con l'annuncio di centri anti-radicalizzazione. Ma il leader dei Repubblicani rilancia: «Serve una corte speciale antiterrorismo come quella voluta da De Gaulle per l'OAS, l'organizzazione armata segreta responsabile di diversi falliti attentati contro il generale». Sarko, però, scorda, che l'Oas fu fondata da un gruppo di civili e militari per contrastare il progetto di concedere l'indipendenza all'Algeria francese.

I terroristi che abbracciano l'ideologia dell'Isis, uomini, donne, e anche adolescenti, vivono in Francia, sono cresciuti in Francia, ma odiano i francesi.

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